In età giovanile si ricorda che almeno una volta sia capitato di incappare in un “capo del pallone”, con sfera sotto braccio scegliere i compagni di gioco, alla vista del più gradasso o di età superiore facilmente concedeva palla e ruolo. Ma qui il gioco delle parti è serio ed il risultato della partita è la perdita di molti compagni, magari meno abili ma tanto affidabili. Il rischio che il gioco finisca. Nei ruoli principali, nella realtà, i maggiori istituti della Società: la Curia (proprietaria del pallone), il Comune, la Scuola ed un ristretto numero di giovani di Roccella, età tra i 12 ed i 16 anni, devoti ad un Santo e appassionati di vita collegiale tra le mura della Chiesa. L’idea è quella di organizzare, addirittura, una festa in onore di San Rocco. Perchè di San Rocco c’è una bella statua, in Chiesa, perchè c’è voglia di emulare le gesta di qualche altra celebrazione similare nel circondario, perchè è da sessanti anni che questa festa è abbandonata. Ed allora con l’iniziale assenso del Vescovo, manifestata tramite social e del Parroco locale via a pensare ad un modesto programma civile e religioso per cominciare. Ma i nostri eroi della Società moderna, oggi si fa fatica a condurre i giovani a Dio, sembra, a far fare loro il segno della croce, ricevono la peggiore delle umiliazioni dalla Chiesa. A festa cominciata e con tasse e balzelli tutte pagate, poveretti frutto di autotassazione, contribuzione spontanea di qualche cittadino entusiasta dell’assoluta novità di un comitato così giovane, a metà delle celebrazioni, anzi nel momento topico, dopo aver effettuato buona parte del programma civile e religioso vengono stoppati qualche ora prima della processione, nel momento culminante della festa, con banda e fuochista a micce accese. Il Vescovo dice no ai ragazzi e la popolazione costernata va via tutta sgomenta ed incredula. Consapevoli come i piangenti ragazzi della grave umiliazione loro inferta. Ancora una motivazione non esiste. A Loro, a questi ragazzi, al di là delle regole, delle possibili incomprensioni, va spiegato perchè siano stati trattati dalla Chiesa come i mafiosi di turno o di abili venditori  di salsicce, sotto sacra effige. E’raro che Vescovo e giovani litighino. A questo punto, come spesso accade sarà il più anziano e saggio a tender mano? Crederanno, ancora, negli uomini di Chiesa questi ragazzi. La loro umiliazione potra essere sanata ed una giusta collocazione con il mondo giovanile dei buoni e dei giusti sarà possibile? Qual uso dovranno fare della Chiesa Oggi? Tanti gli interrogativi attorno, comunque, ad una brutta pagina di storia della Chiesa di Locri.

fonte Telemia

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