In un pomeriggio autunnale , solo da calendario, piovoso con 19 C°, ci inerpichiamo nella Sila catanzarese, precisamente a Castagna di CARLOPOLI, in provincia di Catanzaro.

 

Da Catanzaro, ci dirigiamo verso Lamezia Terme, all’altezza dell’ uscita di Settingiano, usciamo e risaliamo verso Tiriolo, strada immersa in mezzo la natura incontaminata, paesaggi mozzafiato, prima di arrivare a destinazione, oltrepassiamo Tiriolo, S. Pietro Apostolo e arriviamo a Carlopoli, dopo aver oltrepassato il centro, ci dirigiamo nella frazione Castagna e dopo qualche tornante, dall’alto scorgiamo a vista , la spettacolare e importante abbazia di S. Maria del Corazzo .

Immersa in una naturale – location di pregio, vediamo dei ruderi ben conservati, che ci danno l’atmosfera mistica del luogo. Un passato di prestigio ,di cultura, di religiosità, fu fondata dai monaci Benedettini nel corso dell’XI secolo, verde degli alberi circostanti, sembrano voler raccontare la storia di quel luogo che in passato fu un importante luogo di cultura e forte religiosità, almeno fino al 1783 quando un fortissimo terremoto lo distrusse , consegnandocelo in macerie e oggi in ruderi che aspettano, finalmente l’azione dell’uomo, della politica e notizie recentissime , provenienti dalla Regione Calabria, che con la DGR n. 273/2017, frutto di un proficuo lavoro sinergico con il Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per la Calabria e con il Nucleo Regionale di Valutazione e verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Calabria, ha voluto investire più di un milione d’euro per cercare di recuperarlo, tutelarlo e valorizzarlo in maniera più incisiva e mirata, vista l’importanza del luogo culturale che ricopriva nel passato . Di sicuro visionando l’abbazia, si dovrà cominciare a rafforzare diversi punti nella struttura portante, cercando di portarlo in piena fruibilità, nelle visite turistiche e di studio che nel futuro di certo riceverà . L’abbazia è legata al nome di uno dei più grandi mistici medievali, Gioacchino da Fiore, che qui fu abate dal 1177 fino al 1187. L’Abbazia, intorno all’anno 1000, passò all’ordine monastico dei Cistercensi raggiungendo il punto più alto del suo splendore nella prima metà del XIII sec. I cistercensi infatti, austeri e sobri, determinarono il definitivo decollo economico e spirituale dell’Abbazia. Essa raggiunse l’acme del suo splendore con l’arrivo del “calavrese abate Giovacchino, di spirito profetico dotato”, come viene descritto dal sommo poeta Dante Alighieri nel XII canto del Paradiso della Divina Commedia (versetti 140-141). Egli, di ritorno dal suo viaggio in Oriente e in Terra Santa e diretto verso Celico, suo paese natio, scorse per la prima volta l’Abbazia di Corazzo, rimanendo affascinato dalla selvaggia bellezza e dal silenzio che circondava quelle mura finché, vestito l’abito monastico, nel 1177 ne diventò abate. Qui scrisse le sue opere maggiori, “Concordia del nuovo e del vecchio Testamento”, “Esplicazione dell’Apocalisse” e”Il salterio delle dieci corde” tanto che nel maggio del 1184 ricevette da papa Lucio III l’incoraggiamento a proseguire nei suoi studi e nelle sue riflessioni, incitamento riconfermato dal successore pontificio Urbano III. Non resta che cercarla , visitarla e studiarla più possibile, con la speranza che le restrizioni anti Covid , possano allentarsi , garantendoci di vivere la nostra terra , rispettando le regole e alimentando le piccole economie fondamentali in tutti i 404 centri comunali che la compongono. Oltre che fare un plauso alla Regione Calabria, che ha visto bene e senza precedenti, cercando di investire , per ridare dignità storica, artistica e spirituale a questa incredibile abbazia , che in questo pomeriggio autunnale che precedeva l’incredibile annuncio della ZONA ROSSA di Calabria , un pomeriggio piovoso che ha “bagnato “la nostra full -immersion a 360 ° in quest’angolo di Calabria, che meriterebbe maggiore valorizzazione , visti anche i suoi tesori naturalistici accoppiati a quelli religiosi , con collegamenti stradali discreti e con il suggestivo trenino delle ferrovie della Calabria, si potrebbe pensare a qualche itinerario turistico religioso , da aggiungere alle collane di perle di Calabria , sempre più da lucidare e valorizzare, sempre per essere noi , i principali attori del nostro presente e dell’importante futuro che spetta a nostri figli, cercando sempre di tenerli a casa loro , offrendo una sola opportunità da sfruttare, rimanendo in Calabria e arricchendo questa terra che ha sempre più bisogno di giovani attivi , preparati e motivati.
Gianpiero Taverniti