Aspettative, obiettivi, stress lavorativo. I suicidi tra le forze di Polizia, franano verso un’escalation inarrestabile. Tre suicidi in 48 ore, a Ladispoli un sottufficiale della Marina Militare si suicida in un appartamento e Catania un finanziere si uccide lanciandosi dal quarto piano del Policlinico in cui era ricoverato per precedenti disagi psichici sono gli ultimi drammatici episodi che si aggiungono al carabiniere di 43 anni in servizio al reparto Radiomobile che si è tolto la vita nella caserma di corso Calatafimi, a Palermo sabato scorso. Ormai sono messe a nudo le correlazioni tra qualità della vita negli ambienti di lavoro, stress, tensioni emotive, problematiche famigliari e lavorative, nonché i risvolti negativi sul personale del comparto sicurezza. Dobbiamo tornare nel mondo militare di benessere psicologico e tutela del personale nei luoghi di lavoro per strutturare una rete di protezione su tutto il territorio nazionale, per tutti gli uomini e le donne in divisa in stato di   difficoltà. Serve un protocollo d’intesa con il ministero della Difesa perchè è’ un fenomeno politicamente sottovalutato. La giustizia sociale, la garanzia di una sicurezza diffusa e correttamente percepita dai cittadini, passa inevitabilmente attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale delle forze di polizia. Così Antonella Cortese criminologa e Vice Presidente Osservatorio Nazionale dei diritti e della salute dei militari e forze dell’ordine.
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