L’urgenza di approvare la transazione economica con Siderno Ambiente è legata – hanno precisato il sindaco Pietro Fuda e l’assessore all’ambiente e vicesindaco Anna Romeo – alla necessità di non perdere un finanziamento di 15 milioni di euro che dovrebbe poi portare al completamento della rete fognante, e allo stesso potenziamento dell’impianto di depurazione, oggi sommerso dai fanghi, con l’ammodernamento non solo dell’impianto ma della stessa rete fognaria. L’Impianto e’ nato per servire i Comuni di Siderno, Locri, Antonimina, Gerace e Grotteria Mare con costo complessivo,a lavori ultimati, di 13.525.146,29 € di cui il 51,7184 % a carico dei privati (cioè a carico dell’impresa aggiudicataria dei lavori che doveva recuperare la sua quota attraverso la tariffa che i cittadini avrebbero dovuto pagare per la depurazione) e il 48,2816 % a carico della Regione Calabria. L’impianto è entrato in funzione nel 2004 a cura di Siderno Ambiente che realizzò l’opera. Agli inizi del 2010, dal momento che né i Comuni né la Regione intendevano pagare per la gestione dell’Impianto, Siderno Ambiente ha avviato nei confronti del Commissario delegato un’azione legale per la risoluzione in danno del contratto. Intanto era scattata una procedura di infrazione, da parte dell’ U.E. La Regione, a seguito di cio’, si agganciò ad una delibera Cipe per finanziare un nuovo intervento che consentisse a tutto l’agglomerato costituito dai Comuni di Siderno, Locri, Antonimina, Gerace e Grotteria Mare di uscire dalla procedura di infrazione e con l’assenso della Presidenza del Consiglio dei Ministri, poneva, pero’, ai Comuni la condizione che per poter beneficiare del nuovo finanziamento bisognava chiudere il contenzioso in corso. In sintesi per intervenire sull’impianto si doveva prima acquisire la quota di proprietà che i privati hanno dell’impianto ( ovvero il 51% della Siderno Ambiente) valutata in 6.000.000,00 di euro – dei quali 3.700.000,00 garantiti dalla Regione mentre i rimanenti 2.300.000,00 rimanevano a carico dei Comuni interessati. L’Amministrazione comunale guidata da Pietro Fuda (elezioni del 31 maggio 2015) si è trovata costretta ad affrontare, in termini di estrema urgenza il problema che le Giunte ed i Commissari prefettizi che si sono succeduti dal 2010 in poi ” hanno – ha precisato Fuda -trascurato e rimandato, con pesanti responsabilità”. Senza la transazione, insomma, la perdita del finanziamento sarà inevitabile per cui, non solo si perderà il finanziamento, e non si potranno realizzare opere indispensabili per superare la condizione di grave arretratezza in un settore così importante, quale quello della depurazione, ma i Comuni potrebbero anche essere chiamati a rimborsare i danni subiti dallo Stato con un presumibile intervento della stessa Corte dei Conti. Fuda ha anche chiarito che la proposta di deliberazione e lo schema di transazione adottata ricalcano il risultato finale di una trattativa che si è sviluppata tra il 2013 ed il 2014, e che si è conclusa con la sottoscrizione formale di una bozza di accordo, che porta la firma di rappresentanti dei Comuni e della Regione.

Aristide Bava

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