Aristide Bava
SIDERNO – Diga del Lordo, tutto tace. Sono passati ormai cinque mesi da quando il presidente della Regione Mario Oliverio è venuto a Siderno per un sopralluogo ufficiale lungo l’invaso ormai svuotato da oltre quatro anni e in attesa di una riparazione che non arriva mai, ma sembra che il tempo si sia fermato a quella calda giornata d’estate arricchita anche dalla presenzadi altri autorevoli personaggi della politica regionale. Pareva che la visita di Oliverio sarebbe servita a “sbloccare” l’assurdo iter di ordinaria disfunzione che si era accompagnato alla vicenda della Diga sul Torrente Lordo di cui a suo tempo si sono anche occupate le telecamere di “Striscia la notizia” ma la situazione non è cambiata di una virgola. A questo punto riteniamo che aveva ragione l’ Osservatorio per il diritto ambientale che già piu’ di un anno addietro aveva dato comunicazione che, ormai “ era stato celebrato il De profundis per la diga di contrada Pantaleo” . La Diga ha ormai assunto l’aspetto di un’arido deserto. Malgrado le promesse di intervento a breve o a medio termine il tempo continua a passare e, è doveroso dirlo, piu’ il tempo passa piu’ la situazione va peggiorando perché poi le necessità di ulteriori interventi saranno maggiori e i costi lieviteranno sensibilmente. Un vero peccato perché è una struttura che poteva ( e doveva) non solo risolvere la problematica dell’acqua per irrigazione ma, anche, essere una grande occasione di promozione e sviluppo turistico per Siderno e per l’intera Locride. Viene da chiedersi a questo punto, ma non guasterebbe che sia lo stesso sindaco Pietro Fuda a richiamare alle proprie responsabilità Regione e Governo nazionale, se c’è ancora qualche margine di speranza per affrontare il problema oppure la Diga sul torrente Lordo di Contrada Pantaleo di Siderno è destinata veramente a passare nella lista delle opere inutili o incompiute di cui abbonda la Calabria. Con l’aggravante, in questo caso che la Diga già funzionava e se la riparazione del suo guasto fosse stato attivato nell’immediatezza del suo svuotamento i fondi necessari sarebbero rimasti relativi. Una vecchia perizia parlava di circa ottocentomila euro ma qesta somma ,adesso, sarà certamente lievitata. Resta, comunque, la necessità di mettere un punto fermo alla situazione e di cercare di capire che cosa si vuole fare di questo importante invaso che, certamente, non può continuare a rimanere nelle condizioni attuali.