Aristide Bava
SIDERNO. La mobilitazione del Comitato ” Pro Casa della salute” continuerà anche questa domenica con i riflettori puntati sulle deficienze sanitarie del territorio e sulle recenti disposizioni riguardanti l’ Ospedale di Locri “che hanno ridimensionato in maniera drastica i servizi”.

Lo scrivono Sasà Albanese e Francesco Martino in un comunicato in cui annunciano il nuovo Sit In per domenica mattina ( ore 10.30 davanti all’ex ospedale” ma si soffermano anche sulle varie problematiche della sanità locridea e calabrese. “Questa domenica – scrivono i responsabili del Comitato – coincide con il 25 aprile, giorno della Liberazione, ed ha un doppio valore. Da una parte ricordiamo una data storica che ha restituito la libertà a questo paese, dall’altra ci auguriamo che venga rispettato quel diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, che di quel 25 aprile è figlia”. Scendendo sulla vicenda locale Albanese e Martino aggiungono ” Avremmo voluto dire che siamo soddisfatti del risultato ottenuto, che l’avvio delle procedure per la Casa della Salute di Siderno è un buon punto di arrivo, purtroppo dobbiamo dire che non è neanche un buon punto di partenza. Si prevedono tempi lunghi, troppo lunghi. Nel frattempo assistiamo ad una riduzione dell’offerta sanitaria anche da parte dell’ospedale di Locri”. Poi aggiungono ” La pandemia non ha messo in luce solo la fragilità del servizio sanitario calabrese ma anche l’incapacità della regione nel programmare una risposta efficace e rapida ai rischi legati al Covid.

Così come ha mostrato tutto il fallimento di una gestione commissariale. Dopo oltre un anno dallo scoppio della pandemia, non si è riusciti ad approntare un’adeguata predisposizione per un’eventuale crisi. La crisi è arrivata, con il collasso del sistema a Cosenza dove alcuni pazienti sono morti nelle ambulanze, con il GOM di RC che si è saturato. E, all’improvviso, senza aver creato le condizioni minime di sicurezza, per approntare una decina di posti di terapia intensiva hanno dovuto ridimensionare in maniera drastica i servizi dell’ospedale di Locri, unico presidio per una popolazione di 150.000 abitanti”. Quindi l’appello finale ” Non si può restare a guardare, mentre la situazione peggiora. Vogliamo e dobbiamo reagire, servono scelte rapide e coraggiose, servono adesso. Per questo continueremo a batterci, nella speranza che i cittadini della Locride, i sindaci, escano dal torpore e decidano di rivendicare con forza i propri diritti e quello sanitario, oggi, è un diritto prioritario”.