Aristide Bava
Siderno – Il Recovery Plan è stato definito, a ragion veduta, la più grande opportunità per la Calabria, un’occasione importante per rilanciare e sviluppare la nostra terra. Ma stando alle ultime bozze approvate dal Consiglio dei Ministri, emerge al contrario la chiara disattenzione verso le necessità della nostra Regione e di tutti i calabresi. È il pensiero di Maria Teresa Fragomeni, candidata a sindaco di Siderno. «Non c’è traccia – scrive – di alta velocità in Calabria, si parla solo di massima velocizzazione della tratta Salerno-Reggio, quindi soltanto una sistemazione dell’attuale ferrovia tirrenica meridionale che farà viaggiare i treni a 200 e non ai 300 ell’Alta Velocità. Poco o nulla anche sulle infrastrutture stradali, ad eccezione per la tratta della Statale 106 ma con fondi già precedentemente stanziati. Un’arteria fondamentale, che andrebbe risistemata e completata nei tratti ancora mancanti. Il suo completamento e sistemazione rappresenterebbe un grande potenziale di sviluppo non solo per la Calabria, ma per l’intero Sud e per tutta l’area mediterranea».
Riflettori anche sulle risorse previste dal piano Next Generation Eu italiano che ammontino a 222,9 miliardi di euro, dei quali «secondo le indicazioni e i criteri fondanti dell’Ue, una fetta importante dovrebbe essere finalizzata a un impatto positivo nel Mezzogiorno, la cui condizione sociale ed economica ha contribuito a garantire, da parte dell’Unione, un tale ammontare di fondi destinati al nostro Paese».
Da tutto questo il sollecito a intervenire affinché alla Calabria vengano destinate, perché è ancora possibile, risorse idonee «poiché il Recovery Plan è attualmente sottoposto alle valutazioni delle parti sociali, che si sono incontrate ieri con il presidente Conte». Fragomeni chiede anche l’impegno di far partire dalla settimana prossima «tavoli di confronto, coordinati dal ministero dell’Economia, sulle varie “missioni” previste» aggiungendo che«il documento potrebbe ancora essere migliorato, quindi, correggendo le gravi mancanze previste ai danni della Calabria e dei calabresi. Ma è necessaria – conclude – una profonda riflessione politica nel nostro territorio, affinché non abbia più il ruolo secondario che, storicamente, le è stato attribuito».