Ci siamo spesso occupati del Porto delle Grazie di Roccella Jonica, per le lungaggini burocratiche, per l’accatastamento della struttura, per la gestione, per gli sbarchi, per arrivi di lusso, per lo sgombero del ristorante, per il dragaggio, ed ora per la cessione delle quote di Invitalia. Dire che il Porto di Roccella Jonica non ha fatto cronaca giornalistica e non solo sarebbe una palese bugia. Oggi comprendiamo come ai cittadini roccellesi e locridei, visto che la struttura rappresenta un vero e proprio accesso dal mare per il territorio della jonica reggina, non interessino le pastoie burocratiche e crediamo neanche i tecnicismi legislativi che una o l’altra parte politica mettono in campo. Sono argomenti che non tutti comprendono, e a quanto sembra dai macroscopici errori, neanche i nostri parlamentari. Negli ultimi giorni sono fioccati i comunicati stampa relativi al bando di evidenza pubblica per la cessione delle quote di Porto delle Grazie srl, che Invitalia (società di totale proprietà del Ministero delle Finanze)  sta per dismettere. La recente querelle parte da una conferenza stampa indetta dal gruppo di opposizione Roccella Bene Comune rappresentata al tavolo dall’avv. Mimmo Circosta (vicino al PD ma non tesserato), candidato a sindaco nelle ultime elezioni comunali e che dopo la sconfitta elettorale si è dimesso dal consiglio comunale, Walter Melcore (ex AN vicino all’ex consigliere Alberto Sarra), l’Ing. Maurizio Costarella (ex Forza Italia), Nicolino Iervasi (tesserato PD) candidato al consiglio comunale ,ma non eletto, nell’ultima tornata elettorale, e l’ing. Vanessa Riitano (tesserata PD) capogruppo di Roccella Bene Comune in consiglio comunale. Ospite esterno,per così dire,della conferenza stampa Antonino Guerrieri resp. SEL dei circoli della locride. La presenza di SEL perchè? una decina di parlamentari appartenenti ai gruppi parlamentari di SEL, PD e Gruppo Misto hanno fatto due interrogazioni sul porto delle Grazie di Roccella, sembra per come è stato dichiarato, sollecitati da Roccella Bene Comune ed in particolare finalizzate a fare chiarezza, ma di fatto ad impedire che il comune roccellese acquisti da Invitalia le quote che darebbero la maggioranza all’ente e dunque il porto continuerebbe a rimanere a maggioranza pubblico. Nelle interrogazioni si era fatto riferimento a leggi abrogate da un anno, parliamo della legge n.296 del 2006 (Legge finanziaria 2007). Da ricordare che la normativa vigente la legge 190 del 2014 (finanziaria 2015) prevede che i comuni detentori di quote in società partecipate redigano un piano di razionalizzazione entro il 31 Marzo 2015, ovviamente adempimento che il Comune ha fatto ed inviato alla corte dei Conti, senza ricevere su ciò alcuna osservazione.  Nel testo dell’interrogazione, fatta anche al Ministro degli Interni, si era fatto anche riferimento al territorio roccellese come pervaso di ‘Ndrangheta, dove c’è un rischio serio di infiltrazioni mafiose, rischio che sarebbe aumentato se  il comune avesse acquistato le quote del Porto a maggioranza.  Parte la guerra dei comunicati stampa e dichiarazioni dove gli amministratori comunali fanno sentire con durezza la loro voce, ribadendo che in primis è stata offesa l’intera comunità rappresentata come terra di Ndrangheta e poi che i parlamentari hanno agito sollecitati da interessi politici e, sempre secondo il comune, anche facendo gli interessi di una cordata di privati che starebbe tentando di scalare la Porto delle Grazie srl per acquisire la maggioranza delle quote. Ieri in ultimo la notizia del giorno, è stato notificato al Comune di Roccella il ricorso al TAR presentato dalla Ditta Mandarano, azienda privata che aveva partecipato al bando indetto da Invitalia per la dismissione delle quote. Nel ricorso, vengono indicate dalla ricorrente, come motivazioni principali, l’inserimento nel “data room” della riserva di quote che dovranno rimanere pubbliche solo dopo che i concorrenti hanno presentato domanda di partecipazione. Di fatto nell’atto concessorio della Porto delle Grazie c’è una clausola importante, che lo stesso ente comunale a suo tempo ha fortemente voluto, ed è quella che le quote possono essere vendute ma nel complesso devono rimanere a maggioranza pubblica. Dunque sul 51% solo il 20% puo’ essere venduto ai privati, il rimanente 31% ad un ente pubblico, di fatto l’unico partecipante pubblico in questo caso è il comune di Roccella Jonica. Un ricorso che a questo punto certamente ritarderà la vendita delle quote in attesa del pronunciamento dei giudici del tribunale amministrativo regionale. Fin qui la nostra analisi dei fatti, ora in attesa di altre novità che qualcuno giura arriveranno presto, l’amministrazione comunale ha indetto per lunedì alle ore 20.00 nell’area colonne un dibattito confronto aperto anche al pubblico dove verranno spiegate le ragioni del comune.

GIUSEPPE MAZZAFERRO

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