Non smette di generare tensioni la questione sull’ immigrazione e la proposta Di Maroni di ridurre i finanziamenti ai Comuni che ospitano i migranti. Una delle ultime reazioni arriva dal sindaco di Riace, Domenico Lucano, che si rivolge  direttamente al segretario della Lega, Salvini, accusandolo: ‘il suo pensiero dice è privo di umanità’ e lo invita a recarsi di persona nel paesino calabro, patria dei famosi Bronzi. ‘Che Salvini venga qui per un dibattito faccia a faccia , dice il sindaco Lucano. Il suo comportamento e le sue parole – tuona il primo cittadino- non fanno che alimentare l’ odio razziale perché si deve allontanare l’ idea che gli immigrati rubino il lavoro agli italiani, anzi- dice il Sindaco- loro lo creano’. Un invito, il suo, che a molti è suonato come una sfida, proprio mentre il leader verde è impegnato nella sua battaglia contro l’ immigrazione clandestina.Un invito ancora di attesa di risposta, comunque, quello del sindaco di Riace: che dopo anni di richieste sempre ignorate di fronte a questa nuova minaccia di tagli, proprio  non ci sta e racconta: ‘a Riace- se n’erano andati quasi tutti, le attività commerciali morivano una dopo l’altra, la scuola stava chiudendo per mancanza di bambini, il paese rischiava l’estinzione per spopolamento. Perfino le tanto famose statue dei bronzi, dopo il loro ritrovamento in mare, sono state portate altrove. Il nostro è un paesino che ha fatto dell’emergenza immigrazione un motivo di integrazione ed accoglienza, sono loro, dice, il motore dell’ economia’. Insomma decisamente un’ altra lettura dell’ emergenza immigrazione e stupisce che arrivi proprio dal sud Italia: da una Regione, come la Calabria, costantemente in stato di emergenza. L’ idea di vedere gli immigrati come risorsa, al sindaco, arrivò nel 1998, quando 400 curdi e iracheni sbarcarono a Riace e vennero distribuiti nelle case lasciate vuote dagli emigranti calabresi, con i rifugiati approdati in massa sulle coste. Fu così che venne coltivato il progetto che salvava il borgo calabro dallo spopolamento e, insieme, aiutava chi ne aveva più bisogno, facendo di Riace un presidio fisso dell’ accoglienza proprio durante l’ emergenza a Lampedusa.

Piera Galluzzo

9908news