Due assoluzioni e quattro condanne per 35 anni complessivi di carcere. E’ quanto richiesto dal procuratore generale Massimo Riva al termine della requisitoria del processo “Saggezza” tenutasi ieri davanti alla Corte d’Appello del tribunale di Reggio Calabria. Nello specifico è stata chiesta la conferma della sentenza inflitta in primo grado a Bruno Parlongo, condannato a 12 anni di reclusione, Rocco Bruno Varacalli 10 anni, Carmelo Gaetano Ietto 9 anni di carcere e Giulo Basile 4 anni. Avanzata, invece, la richiesta di assoluzione per Giovanni Macrì, che in primo grado era stato condannato a 9 anni, e per Giovanni Furfaro, su cui pende una sentenza di otto anni di carcere. A carico di Macrì una intercettazione telefonica tra due persone, risalente al 2007, nella quale l’imputato sarebbe stato indicato con uno pseudonimo e vicino a presunti esponenti criminali. In aula durante l’udienza di ieri anche le parti civili. Prossima discussione è stata fissata per il 2 marzo.
L’operazione “Saggezza”, coordinata dal pm De Bernardo e dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri, ha portato nel novembre del 2012 all’arresto di una quarantina di soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa e altri gravi reati, nonché al sequestro preventivo di alcune aziende il cui valore si aggira intorno al milione di euro. Gli inquirenti avrebbero accertato l’esistenza e l’operatività di cinque “locali” riferibili alle municipalità di Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e Cirella di Platì. In ognuno di questi territori ci sarebbero delle famiglie egemoni come i Romano, i Varacalli, i Raso, i Nesci e i Fabiano. Dietro le sbarre infatti, sono finiti gli esponenti principali. La Direzione Distrettuale Antimafia ha inoltre svelato l’esistenza di una struttura denominata “Sacra Corona” . Nell’indagine “Saggezza” i Carabinieri avrebbero, inoltre, individuato una serie di illeciti commessi nella gestione e nel controllo di attività economiche nel settore edilizio, nel movimento terra e nel taglio boschivo in località aspromontane.
