REGGIO CALABRIA – Massoneria e logge coperte, ndrangheta e appoggi elettorali. Di tutto questo parla il collaboratore di giustizia Marcello Filoreto Fondacaro, 58enne di Gioia Tauro, interrogato dal pm della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, il 25 novembre 2016. L’interrogatorio è stato prodotto nell’udienza preliminare del procedimento Gotha. Fondacaro spiega di avere già parlato di massoneria con la procura di Palermo e di Roma, e di avere riferito di essere stato membro della massoneria, della loggia Giustinianea già dalla fine anni 80-inizio anni 90, a Roma, dove avrebbe avuto molti rapporti con la loggia di Piazza del Gesù. Fondacaro trascorre a Roma gli studi universitari, la laurea nel 1987, poi la specializzazione e si arriva agli anni ‘90, quando decide di trasferirsi in Calabria per motivi di lavoro.

Afferma di essere stato “presentato” nella massoneria da due colleghi medici all’interno del Policlinico Umberto I. Successivamente durante l’ultimo periodo di permanenza nella Capitale avrebbe incontrato Luigi Sorridente, compare di nozze di suo fratello – “venne su a Roma e mi parlò di massoneria..” – che indica quale nipote di Peppe Piromalli, “aveva sposato la figlia della figlia di Peppe Piromalli”. Qualche giorno prima del suo matrimonio, Fondacaro racconta di essere stato invitato da Sorridente e di aver partecipato a una cena, una sorta di convivio tra conterranei organizzato “Al faciolaro”, un locale al centro di Roma. «A questa cena venne poi l’onorevole Meduri (Luigi chiarisce poco dopo ndr), non mi ricordo il nome, è di Reggio Calabria, basta vedere… anche lui mi fu presentato come fratello, questa è la prima volta che io incontro dei soggetti massoni che … di altra loggia … della stessa loggia ma di altra regione …». Quindi Fondacaro torna in Calabria, e in un successivo incontro Sorridente lo avrebbe invitato ad andare in un tempio che si trovava sulla strada statale 106, dalle parti di Gioiosa Jonica: «c’è questo tempio di un certo barone Placido, il tempio… c’era una loggia coperta, per quello che mi fu accennato dallo stesso Luigi Sorridente. Ci siamo recati in questo tempio pomeriggio, insieme ci siamo incontrati con il con…». Fondacaro non ricorda il nome del barone ma ricorda «che era gran maestro di questa loggia coperta». Loggia, alla quale poi non sarebbe stato ammesso. Una sorta di deviazione? chiede il Pm: «della loggia Giustinanea – risponde – ho saputo che era la P2, la ex P2 di Licio Gelli».

Rispondendo al pm, poi, Fondacaro parla dei rapporti tra Sorridente e i Piromalli: «io ho sempre saputo che Luigi Sorridente era facente parte della famiglia… non solo famiglia perché ha preso la moglie in sposa… la nipote.. ma perché Luigi Sorridente è partecipe, è proprio organico all’interno della famiglia». «Me lo disse lui tranquillamente… mi disse: “io sono stato battezzato”, più volte faceva questi riferimenti, ogniqualvolta voleva… anche perché era lui che veniva a chiedermi quasi ogni mese i soldini, la tangente…”. “Molè-Piromalli… lui mi diceva di rappresentare sia Pino Piromalli che Molè Girolamo…». Poi il collaboratore racconta dei presunti appoggi elettorali: «Luigi Emilio Sorridente, oltre ad essere organico, so che aveva… curava.. rappresentava la famiglia Molè-Piromalli nella raccolta ogni mese delle tangenti locali, così come nei rapporti per l’area portuale con i vari politici, tra cui anche Fuda, l’onorevole Fuda, l’onorevole Fedele”. Luigi Fedele, chiarisce poco dopo. Il pm incalza. «Curava i rapporti – risponde Fondacaro – per quanto riguardava le elezioni, doveva raccogliere i voti per conto della famiglia Piromalli, andavano per esempio dalle famiglie di Gioia Tauro dicendo “vedete che mio zio e mio cugino vogliono che si voti a Fuda o Fedele, o Meduri…”.

Fabio Papalia Quotidiano del Sud