CATANZARO Oliverio si sarebbe infine deciso. La nuova giunta è pronta, manca solo l’ufficialità che, molto probabilmente, arriverà entro domenica, al massimo entro il 16 aprile, prima che il governatore parta per l’Argentina. Ma i nomi dei nuovi assessori ci sono, così come è già stato definito l’assetto dell’esecutivo che dovrà traghettare la Regione da qui all’autunno 2019. Partiamo dalla forma: non ci sarà un azzeramento totale, gli assessori in carica rimarranno al loro posto. Dunque dovrebbero essere confermati i vari Russo, Musmanno, Rizzo e Rossi. Ne consegue che il governatore procederà solo con la sostituzione dei membri che, per ragioni diverse, hanno dovuto dire addio alla giunta (Viscomi, Barbalace e Roccisano). Dunque, spazio solo per tre new entry. Al decimo piano della Cittadella restano abbottonati sugli identikit dei nuovi assessori, ma qualche particolare è trapelato comunque. I nuovi componenti dovrebbero essere tre donne. In pole ci sono Maria Francesca Corigliano, fedelissima del governatore e già assessore provinciale a Cosenza e candidata alle Regionali, e Maria Teresa Fragomeni, esponente sidernese del Pd. Ma la designazione, in quest’ultimo caso, rischia di provocare un terremoto politico nella maggioranza perché non rispetterebbe i “paletti” che Oliverio ha concordato nell’ultimo vertice con i capigruppo del centrosinistra. Fragomeni, infatti, è considerata politicamente vicina al capogruppo del Pd Sebi Romeo.
Il tempo delle scelte, ad ogni modo, pare sia finalmente arrivato, dopo un’attesa di più di un anno. Oliverio sarebbe insomma in procinto di chiudere il capitolo rimpasto per concentrarsi sull’ultimo scorcio di legislatura, in cui dovrà capitalizzare il lavoro fatto per legittimare la sua pretesa di ricandidarsi nel 2019.
Di fronti aperti, però, ce ne sono altri. La ricandidatura del governatore, per concretizzarsi, deve sottostare anche alle liturgie di partito, in questo caso il Pd. Ed è chiaro che Oliverio spera di ottenere l’imprimatur politico anche dal futuro segretario regionale dem. Di conseguenza, il congresso del Pd – se si dovesse infine svolgere – rappresenta un appuntamento più che decisivo. Oliverio e Magorno hanno tentato di accelerare i tempi e di compattare le truppe in modo da trovare l’accordo su un segretario gradito. Il guaio è che a Roma, precisamente al Nazareno, sembrano non sapere nulla sul prossimo congresso calabrese (ve l’abbiamo raccontato qui). La segreteria nazionale sarebbe praticamente all’oscuro rispetto a quanto sta avvenendo in Calabria. Il responsabile organizzativo del Pd, Andrea Rossi, ha però tentato di smentire il retroscena rivelato dal Corriere della Calabria. «Non ho avuto modo di parlare con alcun giornalista della testata, ne tanto meno di dichiarare quanto attribuitomi. Si tratta di un mero esercizio di fantasia». Rossi, in sostanza, nega di aver parlato con qualche cronista di questa testata (circostanza a cui, tra l’altro, nessuno ha mai fatto accenno) ma non entra nel merito della vicenda e non smentisce l’indiscrezione su un congresso regionale di cui il Pd nazionale sembra non essere al corrente.

Pietro Bellantoni-https://www.corrieredellacalabria.it