Di sicuro non possiamo stare a guardare, i rischi e le minacce non giungono più dalle solite masse di plastica in movimento nei nostri mari e oceani, le cosiddette isole di plastica , ma purtroppo un inquinamento quasi invisibile e dannoso è quello portato dalla micro plastica.

Le nuove ricerche hanno confermato che la forma più pericolosa che ci giunge dalla plastica è quella che produce la microplastica e i frammenti invisibili ad occhio nudo. Leggendo delle riviste ambientalistiche e seguendo l’allarme lanciato da Greenpeace, si deduce esplicitamente che un ingrediente di alcuni saponi , cosmetici e vernici , e’ la microplastica, prodotti che nel quotidiano usiamo tutti e che sono nocivi a tutto quello che ci circonda. Questi rifiuti tossici inquinanti ,purtroppo e inevitabilmente finiscono in mare, per avere un idea, un depuratore di una città italiana con un milione di abitanti , attraverso le acque di scarico , rilascia in mare 160 milioni di microplastiche , rapportandoci nel nostro piccolo , un paesino di 3500 abitanti, altresi rilascia 560000 di microplastiche inquinanti, calcolando e sommando tutti i paesini che sulle nostre coste ci sono , il fenomeno nell’immediato e’ davvero preoccupante. Su report e ricerche Greenpeace, su 1800 prodotti per la pulizia , uno su 4 contiene plastica liquida, trucco indegno che cercherebbe di aggirare una futura legge che ne vieterebbe l’utilizzo sotto ogni tipo di forma, liquida o solida. Non rimaniamo fermi, non avveleniamoci in buona fede , senza sapere che alcuni rischi ci condanneranno ad avere un pianeta super inquinato e invivibile nel suo futuro, futuro che e’ il nostro ed ognuno ne ha la responsabilità civica e ambientale di salvaguardare. Se le nostre micro responsabilità di appoggiare questa campagna ambientale lanciata da Greenpeace, in maniera coesa sarà continua e decisa, partendo con la firma di questa petizione, potremo tutti assieme fermare questo rischio alla nostra salute e al nostro pianeta, chiedendo al ministro dell ‘Ambiente, di proibire definitivamente l’uso di queste microplastiche e delle plastiche aggiunte in commercio, cominciando a mantenere pulito e sano il nostro mare.

Gianpiero Taverniti

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Foto greenpeace