Si conclude il primo giro di consultazioni di Draghi, che stamattina ha visto la Lega e il M5s.

IL MOVIMENTO CINQUE STELLE

“Abbiamo ribadito il concetto che quando e se si formerà un nuovo governo noi ci saremo sempre con lealtà”, ha detto il capo politico M5S Vito Crimi dopo le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Il nuovo governo deve avere “un’ambizione solidale, ambientalista, europeista. E partendo da quello che è stato già realizzato.

Abbiamo trovato da parte sua la consapevolezza di partire con l’umiltà di chi accoglie quanto fatto prima. Abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza”. “Oggi abbiamo ribadito che serve – ed è un dato essenziale – una maggioranza politica solida, che possa sostenere un governo solida. E serve superare quelle criticità che hanno portato alla fine del governo Conte II. Gli atti fatti da qualche forza politica sono comunque presenti nei nostri ricordi”, conclude. “E’ importante – aggiunge Crimi – che l’attuazione del recovery Plan sia fatta non solo nell’interesse specifico dei progetti ma c’è il mondo che ci guarda e giudicherà se l’Italia è un Paese che è cambiato. E noi con le nostre caratteristiche valoriali verificheremo che l’attuazione di quei fondi sia fatta con onestà, traparenza e nell’interesse dei cittadini”.

“Dobbiamo guardare sempre il bene dell’Italia, quindi nessun rammarico. Vediamo se si creano le condizioni perché il Paese sia messo in sicurezza al più presto”, ha detto il premier uscente Giuseppe Conte fuori da Montecitorio, dopo le consultazioni.

LA LEGA

“Noi non poniamo condizioni. Altri lo fanno, noi nessuna conizione né su persone né sulle idee. Il bene del paese deve superare interesse personale e partitico”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine dell’incontro con Draghi. “Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo lo abbiamo impiegato sullo sviluppo e crescita”. “E’ stata mezz’ora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti sull’idea dell’Italia che per diversi aspetti coincide”, ha detto il segretario della Lega aggiungendo: “Noi siamo a disposizione, siamo la prima forza politica del paese, siamo una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati a differenza di altri crediamo non si può andare avanti a colpi di no”. “Ciascuno deve rinunciare ad un pezzo di priorità per fare un tratto di strada che, non sarà lungo, insieme. Sull’immigrazione l’Ue ci chiede di difendere le frontiere non penso dunque che sia questo un tema divisivo”, ha quindi aggiunto Salvini.

LA RIUNIONE M5S CON GRILLO E CASALEGGIO
Beppe Grillo in mattinata e’ arrivato alla Camera per il vertice M5S che ha preceduto le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Presenti anche Luigi Di Maio, Davide Casaleggio e il premier uscente Giuseppe Conte  e quasi tutti i ministri M5S chiamati a partecipare al vertice, da Stefano Patuanelli (“il movimento e’ compatto, spiega il titolare del Mise”) a Fabiana Dadone, da Federico D’Inca’ a Alfonso Bonafede.

“Adesso dobbiamo ripartire in maniera convinta, per questo sono certo che ancora una volta il MoVimento 5 Stelle dimostrerà maturità e responsabilità istituzionale. Dobbiamo farlo per gli italiani, ci sono 209 miliardi da spendere. Oggi tutti insieme vedremo Beppe Grillo prima delle consultazioni. La posta in gioco per il Paese è altissima e lui sa sempre guardare lontano”, scrive Luigi Di Maio su Fb.

“Oggi è un momento di compattezza con la presenza di tutti, di Grillo, Casaleggio e anche di Conte. Oggi la famiglia si allarga”. L’ha detto l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio

“In alto i profili”. E’ questo il titolo di un post di Beppe Grillo in cui il Garante del M5S sembra pubblicare una serie di temi cardine da portare al tavolo con Mario Draghi. Tra questi la creazione di “un ministero per la transizione ecologica” al quale affidare la politica energetica e la riduzione alle “societa’ benefit” dell’imposta sul reddito di impresa. “Le fragole sono mature. Le fragole sono mature”, scrive Grillo.

Ora dopo ora si consolida la maggioranza che sosterrà il governo Draghi. Sarà larga e potrebbe andare oltre il perimetro del modello Ursula: Pd, Forza Italia e Italia Viva ma anche i 5S e LeU ci stanno e i segnali di apertura da parte della Lega sono sempre più netti. Matteo Salvini si smarca dall’alleata Meloni, che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo: il leader leghista fa addirittura intendere di volere entrare nella squadra, con tanto di ministri. E scende in campo direttamente Beppe Grillo nel tentativo di far virare definitivamente i cinquestelle: il fondatore del Movimento approda a Roma ed è pronto a partecipare alle consultazioni.

Il round di colloqui dell’ex presidente della Bce è dunque servito a far andare a posto i primi pezzi del puzzle. LeU, che fra i partiti della vecchia maggioranza, è il più freddo avverte però di un pericolo che in molti temono: il rischio di una compagine disomogenea, che in Parlamento potrebbe condurre a percorsi laboriosi e esporre a sgambetti ora di una forza parlamentare, ora di un’altra. I gruppi che alle Camere si collocano più a sinistra sono anche quelli che esprimono con maggiore forza la difficoltà di ritrovarsi fianco a fianco con i sovranisti della Lega. Questione posta anche dai Dem, che però hanno già messo agli atti la disponibilità a lasciare a Draghi lo spazio per trovare una sintesi. Un esempio che bene misura la distanza fra le parti è la riforma fiscale che vede contrapporre una visione alla tedesca portata avanti dalle sinistre, che ruoti dunque intorno alla progressività della tassazione, a quella leghista che da sempre punta al suo opposto, la flat tax. Ancora più urgente il blocco dei licenziamenti: la scadenza è per fine marzo, le idee su come affrontare il passaggio molto diverse. L’alleanza LeU-Pd-5S “non può essere dispersa” ma siccome si basa su “programmi e progetti” appare “incompatibile” con il partito di Salvini, dice Loredana De Petris al termine del colloquio con il premier incaricato. “Con Draghi siamo stati molto chiari”, aggiunge. Ma se poi questo sia un muro invalicabile è da vedere. La prossima settimana infatti l’ex banchiere centrale porterà di nuovo tutti a un tavolo: ci sarà un secondo giro di consultazioni nella giornata di lunedì e già nelle prossime ore potrebbero essere ascoltate le parti sociali. Poi si passerà alle proposte e lì Draghi conta di fugare i dubbi residui, che riguardano il perimetro della maggioranza ma anche l’identikit della squadra di governo. Intanto il sostegno più entusiasta arriva da Italia Viva: sarà “a prescindere” dalle formule, è la linea di Matteo Renzi.

Conferma la fiducia nel premier incaricato anche il Pd: “la sfida è grande ma – dice Nicola Zingaretti citando Ciampi – il Paese ce la farà”. I Dem è certo non staranno con le mani in mano e presenteranno delle “proposte per un programma di governo forte, di lunga durata”. Sfila senza Silvio Berlusconi la delegazione di Forza Italia. Il Cavaliere era stato annunciato nella capitale ma poi ragioni di salute lo hanno trattenuto. A prendere la parola nella sala allestita a Montecitorio è quindi Antonio Tajani: conferma il “pieno appoggio” anticipato proprio dal Cav a Draghi in un lungo colloquio telefonico. Per la Lega parla Salvini, che deve però ancora incontrare il premier incaricato. Sospinto anche dal ‘partito del Nord’ che preme per non restare tagliato dalla gestione del Recovery plan, il segretario di via Bellerio a chi gli chiede se sarebbe disposto a sedere nel Consiglio dei ministri risponde: “Se ci siamo, ci siamo non facciamo le cose a metà. Mi piacerebbe ci fossero tutti”. Più di un’apertura. A questo giro il centrodestra invece alla fine si divide: FdI mantiene le distanze dall’esecutivo Draghi anche se Giorgia Meloni non esclude la possibilità di scegliere l’astensione.

ANSA.it