R. e P.

Adriano Scarmozzino

Il mistero rivelato – Nosside di Locri, la sublime poetessa dell’Odissea italica

Comunicato Stampa

L’Odissea è un viaggio “immobile”: una città nascosta nei versi del poema omerico

L’antica Locri Epizefiri ispirò la versione dell’Odissea italica della poetessa Nosside

E’ stato pubblicato il secondo libro del saggio letterario “Il mistero rivelato – Nosside di Locri, la sublime poetessa dell’Odissea italica”, al cui interno l’autore Adriano Scarmozzino rivela una possibile scoperta archeologica che si presenta come straordinaria: l’antica città di Locri Epizefiri costituì il luogo che ispirò l’Odissea italica della poetessa Nosside.

Per spiegare tale intuizione, che appare davvero insolita, l’autore afferma: “Il viaggio dell’Odissea deve essere inteso come un viaggio “immobile”. L’opera descrive certamente il viaggio dell’eroe omerico, ma in soli quattro canti su un totale di ventiquattro. La narrazione del viaggio è affidata alla voce dello stesso Ulisse, il quale racconta le proprie peripezie al re dei Feaci. Tutto il resto della vicenda  è incentrata soprattutto nel regno dei Feaci e presso la città di Itaca: due luoghi che le descrizioni del poema sembrano riportare ad una stessa località coincidente probabilmente con il territorio di Locri Epizefiri, la patria della poetessa Nosside”.

Nel suo studio, l’autore intende dimostrare il parallelismo tra le descrizioni che riguardano il regno dei Feaci e quelle relative alla città di Itaca. Ed evidenzia come gli spazi urbani e i luoghi circostanti illustrati nel poema richiamerebbero poi le caratteristiche dell’antico territorio di Locri Epizefiri. Sia la reggia dei Feaci (privata del suo alone mitico)  sia quella di Itaca sembrano trovare una corrispondenza nell’antica Casa dei Leoni di Locri Epizefiri. Si trattava di una tipologia di costruzione detta “a pastas” di cui ne esistevano diverse nel Mediterraneo, ma quella oggetto di analisi presentava delle peculiarità molto affini a quelle descritte nel poema. Lo studio comparativo si estende alle altre abitazioni richiamate nell’Odissea e comprende anche la casa di Nestore a Pilo e la reggia di Menelao ed Elena a Sparta.

Inoltre, nel secondo libro di Adriano Scarmozzino, ora pubblicato nella versione in formato e.book, vengono messe in luce anche le attività femminili descritte all’interno del poema, per essere associate a quelle che si svolgevano nella stessa Casa dei Leoni di Locri Epizefiri, dagli archeologi identificata come la possibile residenza del tìaso guidato da Nosside, il luogo cioè in cui la poetessa e le sue giovani allieve si riunivano per lo svolgimento delle loro attività quotidiane, culturali e religiose.

L’aristocratica poetessa Nosside avrebbe quindi rielaborato una versione più recente dell’antico poema omerico del viaggio di Ulisse, trovando continuamente ispirazione nelle caratteristiche territoriali e urbanistiche del proprio luogo natìo. Riletta alla luce della nuova ricerca, l’Odissea italica si manifesterebbe quindi come un viaggio “immobile” che individua il territorio di Locri Epizefiri quale unico luogo di ispirazione per la stesura del poema.

L’ipotesi letteraria di una versione dell’Odissea scritta nell’antica Locri Epizefiri si presenta dunque anche come una possibile scoperta capace di valorizzare gli straordinari risultati delle campagne di scavi archeologici effettuate nell’area dell’antica Locri Epizefiri, proponendo una teoria che suggerisce una continuazione delle ricerche in una prospettiva nuova e privilegiata.

L’indagine contenuta nel saggio letterario, già avviata con il primo libro introduttivo dedicato alla storia culturale di Locri Epizefiri, inizia quindi ad assumere una valida consistenza grazie ai contenuti del secondo libro che offrono riflessioni certamente degne di interesse.

Nel terzo e quarto libro gli indizi diventeranno più consistenti, proseguendo un’analisi che si va rafforzando e arricchendo tassello dopo tassello. L’opera complessiva, costituita da quattro libri, sarà pubblicata entro il mese di settembre e al formato e.book si aggiungerà anche il formato cartaceo.

L’autore Adriano Scarmozzino dichiara di essere fiducioso: “So che ci vorrà del tempo, ma sono convinto che con il progredire degli studi omerici sarà più facile superare ogni possibile perplessità e comprendere come la versione dell’Odissea da noi conosciuta sia un poema tutto al femminile che non fu redatto in epoca arcaica, ma si tratti in realtà di un capolavoro letterario della Magna Grecia, ispirato alla precedente e gloriosa tradizione omerica”.

Adriano Scarmozzino ha anche iniziato a pubblicare, sulla propria pagina facebook e sul sito web www.adrianoscarmozzino.it,  alcuni video divulgativi al fine di esporre la propria teoria e per far meglio conoscere l’antica cultura di Locri Epizefiri e la sublime Nosside, riconosciuta dagli studiosi come la più grande poetessa della Magna Grecia.