Il quarto canto-ove non si tenga conto della presenza dialettica di Beatrice- è , per l’appunto un canto senza personaggio. Come, in generale, sono i luoghi strettamente dottrinari del poema. Ricordiamo in tal senso , l’undicesimo dell’Inferno, il diciassettesimo del Purgatorio e, più estesamente, nel Paradiso , il primo , il secondo ,il settimo , il ventesimo e così via . Solo che , nel Paradiso , i canti senza personaggio sono anche i canti senza scena : perchè è chiaro che i cieli non fanno scena ; non la fanno , per lo meno, come la ripa delle “gran pietre rotte” nel cerchio degli eretici, o la quita notte stellata della quarta cornice. Beatrice sa che Dante è tormentato da due dubbi : gli preme sapere perchè il merito della volontà diminuisca per il fatto di essere stata coartata , se essa persiste nella propria determinazione , e se le anime come afferma Platone , tornino alle stelle dopo la morte. Partendo dal secondo dubbio Beatrice afferma che tutti gli gli spiriti beati tutti hanno la loro sede nell’Empireo dove ricevono in quantità diversa l’influsso di Dio : le anime che si sono mostrate nel Cielo della Luna , non hanno li la loro dimora , ma sono apparse per far comprendere al poeta che a esse è stato concesso il gradino più basso di beatitudine .
Allo stessa maniera si comporta la Sacra Scrittura quando, per far capire il proprio messaggio, utilizza immagini concrete adattandosi alle mente umana . E’ falsa quindi l’affermazione di Platone. La dottrina platonica urta contro il dogma secondo il quale l ‘anima è creata da Dio e da lui infusa nel corpo Beatrice spiega l’esistenza della volontà assoluta e della volontà condizionata . La prima non accetta l’adattamento che segue alla violenza , come invece fu nel caso di Piccarda e di Costanza , e, cessata la causa della violenza , ritorna nella sua precedente determinazione. La seconda può adattarsi alla violenza : Costanza , ad esempio , rimase ferma nella sua determinazione di mantenere i voti per ciò che riguarda la volontà assoluta e non secondo la volontà condizionata. Sono entrambe vere , quindi, le affermazioni per cui la volontà di Costanza fu sempre ferma e venne meno , perchè nel primo caso , si riferisce alla volontà assoluta , nel secondo a quella condizionata. Dante è assalito da un nuovo dubbio : se possa un voto inadempiuto essere compensato agli occhi di Dio con altre opre di bene . Beatrice sorride al poeta che , abbagliato. abbassa gli occhi quasi privo di sensi.
Prof.Bruzzaniti Vincenzo