COMMENTO AL VANGELO FESTA DI TUTTI I SANTI
Il 1° novembre è la festa di tutti i SANTI, il 2 si ricordano i MORTI, ma credo che pochi oggi se ne siano ricordati. Se lo ricordano i nostri anziani, ma per la maggior parte della gente, soprattutto i giovani, quel che si festeggia è purtroppo la notte di Halloween, un’americanata fatta di streghe, vampiri, fantasmi e zucche che adesso è diventata fenomeno di massa. Di Ognissanti non c’è alcuna traccia, né c’è il ricordo dei nostri morti: sono riti di cui i giovani di oggi ne ignorano l’esistenza. E’ incredibile come in pochi anni si sia sbriciolata una tradizione di secoli.
Da innumerevoli generazioni l’inizio di novembre era il momento per fare una PAUSA che interrompesse lo stordimento del fare quotidiano e quindi per riflettere su che cos’è la VITA: sulla sua brevità ma anche sul suo nesso con un futuro di eternità. Al tempo stesso era l’occasione per tenere desta in noi la MEMORIA dei nostri morti, che sono poi le persone che ci hanno dato la vita, che ci hanno educato o più semplicemente che ci hanno accompagnato in questa misteriosa avventura che è l’esistenza umana e che ci hanno voluto bene. Si andava al cimitero (luogo oggi evitato con mille scongiuri), si sostava sulle tombe dei nostri cari e ci si chiedeva: ci sarà ancora qualcosa di loro, in qualche insondabile dimensione? Era la visione CRISTIANA della vita: una visione che esclude la disperazione dal nostro orizzonte e che ci dice che la nostra partita non finisce sotto terra. Una visione che riconosce all’uomo una DIGNITA’ che va ben oltre quella semplice materia alla quale oggi si vorrebbe far risalire tutto. Una umanità che non si interroga più sul senso della vita e che non ricorda i propri morti è un’umanità che rinuncia a qualcosa che non si vede e non si tocca ma che resta comunque essenziale.
In questa prospettiva di eternità oggi vogliamo ricordare tutti i SANTI, quelli conosciuti e quelli sconosciuti, vogliamo guardare a loro come AMICI e MODELLI di vita, come persone concrete che hanno realizzato in pienezza la loro vita. Essi ci dicono, in un mondo che mai come oggi nega che esista un cielo e un’eternità, che l’esistenza umana non è un cammino verso il NULLA e che il vangelo non è un messaggio ASTRATTO e UTOPISTICO, perché loro lo hanno vissuto prima di noi in pienezza.
La santità consiste nelle BEATITUDINI che l’umanità tende ad allontanare e che il mondo disprezza. “La santità non è il lusso di pochi, ma il DOVERE di tutti” (Madre Teresa di Calcutta).
d. Enzo Ruggiero
P.s.: se il commento è stato di tuo interesse ti invito a mettere MI PIACE e a CONDIVIDERE: GRAZIE!