“Quando sei invitato va’ a metterti all’ultimo posto”. Gesù non ci dà una lezione di galateo: Egli intende la scelta dell’ultimo posto in senso spirituale, cioè scegliere l’ultimo posto davanti a Dio. Nessuno deve avere la presunzione di essere più DEGNO degli altri o più GIUSTO degli altri agli occhi di Dio.

Che cos’è la vita per molti in questo mondo? Precisamente una GARA per i primi posti, una CORSA per accaparrarsi le posizioni di maggior prestigio nella scala sociale. Una corsa senza esclusione di colpi, per cui ogni mezzo è lecito per arrivare in alto. Una corsa senza pudori e senza ritegno, non importa se si hanno o no le qualità e i meriti: l’importante è ARRIVARE. Ambizione e arrivismo, generati da orgoglio e presunzione, sono fonte di rivalità e ingiustizie, di odi e di vendette. Viviamo in una società malata di protagonismo e di antagonismo. E’ la cultura dell’immagine che promuove la PASSERELLA, insegue l’AUDIENCES, il successo e l’applauso. Da questa malattia nessuno è immune.

Gesù ripropone l’UMILTA’ come pilastro della vita cristiana. L’umiltà non è un atteggiamento autolesionista che porta a svalutarmi. Non significa sotterrare i propri talenti o avere la faccia triste. Non è fuggire dalle responsabilità. L’umiltà è prendere coscienza di ciò che realmente valgo. Farsi umili significa liberarsi dall’ansia di ogni stima umana e avere la serena coscienza che ciascuno di noi vale tanto, quanto vale davanti a Dio. Nessun titolo umano e nessuna stima umana può aggiungere nulla, come nessun disprezzo può togliere nulla.

Per imparare l’umiltà dobbiamo guardare a GESU’ e a MARIA. A Gesù che si è abbassato fino a farsi uomo come noi e a Maria che si è fatta piccola e per questo è grande agli occhi di Dio. Siano questi gli esempi per la nostra vita.

d. Enzo Ruggiero