COMMENTO AL VANGELO SOLENNITA’ DELL’ASSUNTA
Nel cuore dell’estate la Chiesa celebra la solennità dell’Assunta, la “Pasqua” di Maria.

Oggi rinnoviamo la nostra fede nella RISURREZIONE. La morte, anche se inevitabile, non avrà l’ultima parola. S. Paolo ci ricorda che se siamo risorti con Cristo dobbiamo cercare le cose di lassù. Maria ci invita a guardare in alto, ci ispira la nostalgia del CIELO, la nostalgia di DIO, da cui veniamo e a cui siamo diretti. Il problema di oggi è che siamo troppo attaccati alle cose della terra, incapaci di guardare oltre, di coltivare grandi ideali. Viviamo una vita terra terra, di basso profilo, spenta. Molti, anche cristiani praticanti, pensano che con la morte tutto finisca.

L’uomo, oggi più che mai, è tentato dalla disperazione. Non solo si interroga con scetticismo sul futuro, ma si chiede perfino se la vita valga la pena di essere vissuta.
La festa dell’Assunta ci insegna la grande dignità del corpo umano. Oggi purtroppo si assiste a un grave fraintendimento del corpo umano e della corporeità. Da qualche decennio è esplosa la “religione del corpo” che ci ha illuso di fermare il tempo e fare del nostro corpo un prodotto tecnologico, che sfugga alla decadenza: cosmetici, diete, palestre, jogging, chirurgia estetica. Da cui poi deriva l’ossessiva esibizione del corpo stesso sui media e sui social. Evidentemente abbiamo confuso la dignità del corpo con l’idolatria del corpo.
Il corpo glorificato della Vergine SS. ci richiama il vero valore del corpo: dono di Dio per un destino di resurrezione.
Maria è l’AVVENIRE dell’umanità: Lei ci mostra la via del cielo. Sì, la nostra vita è un cammino verso il CIELO, verso la felicità senza fine che Dio ci prepara. Non è un sogno illusorio, immaginato per farci sopportare meglio le angosce della vita. Maria ci ha preceduti e ci indica la meta. Lei è là dove anche noi saremo.