La corte d’Appello di Catanzaro, presieduta da Caterina Capitò, ha condannato a 20 anni di carcere Franco Muto, imputato nel processo “Frontiera” e ribaltando in parte la sentenza di primo grado del tribunale di Paola, che aveva condannato a 7 anni e 6 mesi (il PM aveva chiesto per lui 20 anni) il “Re del pesce” ma lo aveva assolto dal reato di associazione di stampo mafioso. Per Franco Muto è stato disposta anche  inoltre la misura di sicurezza della libertà vigilata di di tre anni, la confisca dei beni e dei rapporti finanziari a lui riconducibili. Franco Muto, insieme ad Agostino Bufanio, Pier Matteo Forastiero è stato assolto dal capo di imputazione dell’intestazione fittizia di beni perché il fatto non sussiste.

 

Nella sentenza di secondo grado sono state confermate le 18 condanne inflitte in primo grado e rideterminato le pene solo per pochi imputati: Pierpaolo Bilotta, in 2 anni di reclusione, Alessandra Magnelli e Simona Maria Russo a 3 anni e 9 mesi di reclusione, Antonio Mandaliti a 14 anni di reclusione ed Luigino Valente a 22 anni, 10 mesi e 10 giorni di reclusione. Andrea Ricci assolto per non aver commesso il fatto e non luogo a procedere nei confronti di Angelo Chianello per intervenuta prescrizione.