Le Prescrizioni di massima di Polizia Forestale emanate dalla #Regione #Calabria previste all’art.13 comma 1 lettera a), vietano il pascolamento delle Capre nei boschi, senza eccezioni per le aree pascolabili, e nei boschi ormai ad alto fusto.
La Calabria è la seconda regione d’Italia per numero di capi: circa 127mila con più di 4.200 allevamenti.
L’ allevamento d capre, per sua natura estensivo, contribuisce alla salvaguardia dei territori di montagna e collina. Grazie al modo di alimentarsi, la capra, favorisce la pulizia dei boschi da piante infestanti evitando gli incendi.
Questa è una tradizione molto diffusa nelle aree interne della Calabria che rischia di scomparire indebolendo la capacità di resilienza allo spopolamento e di contrasto al dissesto idrogeologico.
Un paradosso tutto Calabrese che vede il Dipartimento Agricoltura erogare premi per l’allevamento di razze autoctone e il benessere animale delle capre; riconoscere le storiche pratiche dei Pascoli Locali Tradizionali su tali superfici con l’ammissibilità ai premi PAC e PSR per migliaia di ettari nelle zone boschive. I Comuni però sono obbligati a non poter più concedere in fitto, agli Allevatori di capre, i terreni pascolativi a bosco.
Serve urgentemente che la Regione uniformi le norme regionali, per consentire il pascolamento delle capre nei boschi ad alto fusto e nelle aree libere all’interno dei boschi calabresi. Questo consente di tutelare le Aree Interne e non smantellare il tessuto sociale ed economico.

Pietro Molinaro (ex presidente Coldiretti Calabria) – fb