Era il 9 maggio del 2004 quando il generale di brigata Gennaro Niglio, all’epoca comandante della regione carabinieri Sicilia, morì in ospedale tredici giorni dopo un incidente stradale avvenuto lungo l’autostrada Palermo-Catania, all’altezza di Resuttano. Nato Ercolano (NA), il 18/10/1949, a quindici anni entrò a far parte della scuola militare Nunziatella di Napoli per poi proseguire gli studi civili e militari presso l’accademia militare di Modena, laureandosi in Giurisprudenza e scienze della sicurezza, indossando il grado da tenente nel 1966. Il suo primo incarico da ufficiale lo ebbe presso la scuola Sottufficiali dei Carabinieri di Velletri, successivamente trasferito alla legione di Catanzaro, assumeva il coordinamento delle squadriglie.
Successivamente gli veniva affidato il comando della Tenenza di Serra San Bruno e raggiunto il grado di Capitano quello della compagnia di Roccella Jonica. Non tardò a distinguersi, per acume investigativo, professionalità e coraggio, tant’è che alla morte di un capo famiglia della Ndrangheta, avvenuta in un conflitto a fuoco con i carabinieri, a seguito di imposizione da parte degli altri capi delle cosche del lutto cittadino e anche della chiusura di esercizi commerciali, avutane notizia, il capitano non tardò a recarsi a Gioiosa Monica, imponendo l’apertura dei negozi, dimostrando così che in quella parte della Calabria c’era lo Stato e che comandava, e che lui era lì a rappresentarlo.
A lui, nel 2012, é stata dedicata la Caserma della Compagnia Carabinieri di Roccella J. in quanto riconosciuto unanimemente come uno dei figli più illustri e coraggiosi dell’Arma dei Carabinieri che vi operò al suo interno. Non ci poteva essere modo migliore, diciamo noi, per commemorare l’alto ufficiale della Benemerita, il quale, lo ricordiamo, ricoprì, dal 1975 al 1979 con i gradi di Capitano, il ruolo di Comandante della Compagnia roccellese.
Il Gen. Niglio, inoltre, era stato già insignito nel 1998, per volontà dell’Amministrazione Comunale della cittadina ionica guidata dall’allora sindaco sen. Sisinio Zito, della cittadinanza onoraria di Roccella J. , per le grandi qualità umane, le capacità investigative e soprattutto per i prestigiosi risultati ottenuti, durante la sua onorata carriera militare, nella cattura di pericolosi latitanti della ‘ndrangheta e per la sua innata predisposizione al contrasto della criminalità organizzata.
Come riportato da Repubblica qualche mese fa, a causare la morte di Niglio, non potrebbe essere stata una drammatica fatalità: l’ufficiale dei carabinieri, che si era occupato di importanti inchieste su mafia e camorra, potrebbe essere stato ucciso per le sue indagini sui legami “tra alcuni appartenenti all’Arma e personaggi politici” in un periodo in cui si indagava anche per le “talpe” al palazzo di Giustizia di Palermo.
Antonio Tassone – ecodellalocride.it