Tra il blu intenso del mare e l’asfalto della strada 106 ionica si nasconde la Villa Romana di Casignana, il più grande complesso di mosaici pavimentali di epoca romana del sud Italia, dopo quelli siciliani di Piazza Armerina.

Quando abbiamo parcheggiato la macchina nei dintorni della Villa, non immaginavo mai e poi mai che da lì a poco mi sarei trovata di fronte ad uno dei siti archeologici più importanti e anche meno conosciuti della Calabria. Eppure era così, io per prima non lo conoscevo.

Ma quello che non mi aspettavo era la bellezza dei suoi mosaici. Migliaia di tessere colorate, messe insieme con infinita pazienza, facevano da sfondo agli ambienti di una delle dimore più ricche della regione. Ricchezza dimostrata anche dai pavimenti e dalle decorazioni parietali in lastre di marmo colorato importato dall’Africa e dall’Asia Minore. 

La Villa romana di Casignana, risalente al I secolo d.C., è stata scoperta nel 1963, durante i lavori di costruzione dell’acquedotto che hanno portato alla luce sia il nucleo termale che quello residenziale. 

Ad essere sincera definire “villa” una residenza di queste dimensioni è un po’ riduttivo. Questa era una vera e propria città, estesa per circa 12 ettari. Attorno ad essa si era sviluppata anche una “statio”, cioè un centro di sosta per i funzionari della burocrazia imperiale che viaggiavano da Locri a Reggio Calabria.

COMPLESSO TERMALE

L’impianto termale è suddiviso nei classici ambienti frigidarium, tepidarium e calidarium, perfettamente conservati e contraddistinti da mosaici con tessere policrome che formano disegni geometrici o figure.

Uno dei più belli si trova nel frigidarium: la “Sala delle Nereidi”. Un mosaico del III secolo d.C. con grandi pietre bianche e verdi, raffigurante un thiasos marino con quattro Nereidi in groppa ad un leone, un toro, un cavallo e una tigre.

Sala delle Nereidi

I mosaici a causa della risalita marina sono rivestiti da una patina bianca, ma c’è un momento magico in cui riprendono vita e rivelano la vivacità dei colori: il “bagno del mosaico”. L’operazione consiste nello spruzzare acqua distillata sul pavimento musivo, ma sappi che è assolutamente vietato fare foto.

Il mio preferito è quello della sala a base ottagonale per i bagni freddi. Un disegno che da piatto e asettico si è trasformato piano piano in una serie di cubi geometrici tridimensionali.

Una delle cose più curiose dell’area termale sono i bagni, meglio conosciuti come “latrine”. A quanto pare i romani non avevano il senso del pudore. Amavano condividere i loro momenti più intimi in questa stanza che per loro era un luogo d’incontro per chiacchierare e fare affari.

COMPLESSO RESIDENZIALE

La zona residenziale si trova dall’altra parte della strada 106, a due passi dal mare ed è collegata all’impianto termale da un sottopasso pedonale. 

Ci sono una serie di salotti di rappresentanza arricchiti dai bellissimi mosaici tra cui la “Sala di Bacco” che mostra il dio del vino in stato di ebbrezza, sorretto da un satiro e da altre stanze tra cui la “Sala di Venere” e la “Sala delle 4 stagioni”.

fonte: https://www.luiginalarizza.it/villa-romana-di-casignana/