Non si voleva rassegnare alla fine della storia con la moglie, e per questo un imprenditore edile calabrese si è scagliato contro la donna. L’uomo è quindi accusato di tentato omicidio, dal momento che ha tentato di colpirla con un coltello. Domenica, intorno alle 19.15, durante l’ultimo litigio davanti la stazione di San Bonifacio a Verona, ha estratto un coltello a serramanico e ha colpito per quattro volte l’ex compagna, per poi lasciarla in una pozza di sangue.

Durante l’alterco è rimasto ferito anche il figlio, intervenuto per difendere la madre. Il giovane si era allontanato per permettere ai due di confrontarsi, ma dopo l’aggressione è intervenuto ed è stato colpito alla schiena. L’uomo, un imprenditore edile calabrese, originario di San Giovanni in Fiore, è fuggito e dopo alcune ore si è costituito ai Carabinieri che lo hanno arrestato.

L’uomo, 53enne con precedenti e residente con la famiglia a San Bonifacio da 22 anni, non si è limitato ad accoltellare solo la moglie, casalinga 55enne. Quando, infatti, un passante di 44 anni lo ha visto a cavalcioni sulla moglie sanguinante e distesa a terra, si è subito lanciato sull’uomo e lo ha colpito con un calcio per allontanarlo dalla vittima. Ma è stato accoltellato all’addome e all’emitorace. A quel punto anche il bosniaco si è accasciato sanguinante ed è stato soccorso da un passante. L’imprenditore è quindi scappato, e ha vagato per ore nel territorio di Lonigo.

Durante la fuga, i Carabinieri hanno parlato con gli altri figli della coppia (in totale sono tre maschi e una femmina), e si sono fatti consegnare il numero di telefono del padre. Lo hanno quindi chiamato e hanno iniziato la trattativa di circa un’ora, alla fine della quale l’uomo ha accettato di consegnarsi in caserma. Durante il tragitto è stato intercettato dai Carabinieri di Lonigo che lo hanno scortato e lasciato in consegna ad un’auto dei colleghi sambonifacesi, che lo hanno condotto alla sede del comando, dove è giunto insieme ai due avvocati Francesco Longhi e Giuseppe Trimeloni.

L’uomo ha poi confessato di aver agito per disperazione perché la donna non voleva più tornare con lui. Ha quindi confessato dove ha buttato l’arma, che non è ancora stata trovata. Il pm di turno ha disposto per lui il fermo di indiziato di delitto in carcere, e al massimo domani avverrà l’udienza di convalida.

Il calabrese al momento è accusato di tentato omicidio per l’aggressione alla moglie, mentre per quella al figlio dovrà rispondere di lesioni gravi; per il bosniaco, invece, essendo la prognosi di 10 giorni, sarà denunciato dopo la querela di parte.

http://www.cn24tv.it