R. e P.

Il Santuario di Polsi, tra i più noti della Calabria, vive attimi di delusione e amarezza. Da secoli lontanissimi, questo Sacro luogo, viene raggiunto da migliaia di pellegrini in preghiera, molti di essi a piedi, chiamate con il nome di Carovane. Per ragioni di sicurezza, nei giorni precedenti, sul sito del Comune di San Luca, viene pubblicata un’ordinanza da parte della Commissione straordinaria, per la chiusura al traffico veicolare e pedonale del tratto di strada che dal casello di Cano conduce al Santuario della Madonna della Montagna di Polsi. Nell’inverno appena trascorso, le frane hanno preso il sopravvento, provocando la distruzione della strada che dalla fiumara porta al Santuario, impedendo il passaggio dei pellegrini che a piedi vi arrivavano. Stessa sorte per la strada usata con i mezzi di trasporto, l’unica che allo stato attuale, dava accesso a Polsi, risultando pericolosa. I lavori tardano e non iniziano. Pellegrinaggi annullati, come quello della storica Carovana “Misteri della Gioia” di San Giorgio Morgeto, che annualmente varca le porte del Santuario a piedi. Emanuele Carere, figlio del Procuratore Raffaele e Delegato della Carovana, commenta con amarezza: << “Stento a crederci, ancora tuttora non ci credo. Tante sarebbero le parole da dire, altrettanti i ragionamenti da affrontare, la rabbia che percuote come una spina, consapevoli, che questo Santuario deve continuamente soffrire per la propria esistenza. Istituzioni che continuamente e immancabilmente risultano inefficienti all’interesse di un luogo che per noi vi è dimora di fede e tradizione. È come se si vuole arrivare al punto di far sparire questo luogo, far sparire le tradizioni e la fede. Rimanere in silenzio, vuol dire accettare che ciò accada, dimenticando i sacrifici finora sopportati, ma ciò non lo possiamo permettere, ma se mai una similitudine dovesse accadere, ne saremo tutti colpevoli, nessuno escluso.  Ad oggi viviamo una realtà amara, difficile da digerire, sperando che dopo tutto, sia perlomeno possibile, farle visita il 2 di settembre, il suo giorno, non il nostro, che spesso e volentieri dimentichiamo. Non di meno, nel sapere che se mai salterà la festa del 2 settembre, S. E. il Cardinale Matteo Zuppi, che con amore ha partecipato al nostro libro su Polsi, non possa essere presente da poter vivere in prima persona la bellezza della grande fede che il luogo emana.

Inoltre, mi auguro, che l’inefficienza non si protragga negli anni avvenire, impedendo il regolare svolgimento del tradizionale pellegrinaggio a piedi, che da sempre caratterizza la particolarità di questo Sacro luogo. Non stancherò mai di affermare, che Polsi è un luogo scelto dalla Madonna, non dall’uomo, impariamo a capirne la differenza ed a rispettarlo. Un invito – conclude la nota, lo rivolgo alle Istituzioni in generale, affinché nessuno si renda reo della disfatta di questo Santuario, facendolo, essere nuovamente, la meta dei tanti pellegrini e devoti che ogni anno, con ardente desiderio e profonda fede si recano a rendere omaggio alla Santissima Vergine della Montagna.

Nelle parole di Emanuele Carere, si intravede il profondo rammarico, l’attaccamento a una Polsi fatta di tradizionalità, di fede, esternando un amore profondo, un amore che ogni pellegrino offre nel momento in cui si reca ai piedi della Madonna, con le proprie preghiere, le proprie afflizioni, affinché possa ognuno ricevere quanto più spera in una vita cosi affannata, dove solo Polsi, offre quella particolarità di pace e serenità.

SABRINA RIZITANO