R. e P.
E’ una libera scelta, ma potrebbe essere un modo per ricordare il percorso di vita che hanno dovuto
affrontare i protagonisti del Docufilm TERRA MIA – NON E’ UN PAESE PER SANTI del regista Ambrogio
Crespi. In un mondo in cui spesso è la mafia a sconfinare nei territori dello Stato, affermare e testimoniare la
verità potrebbe essere quanto di più rischioso si possa pensare. E’ una scelta estremamente coraggiosa da
parte di donne e uomini, che devono attraversare molteplici difficoltà soltanto per mantenere il diritto di
parlare. Le voci dei personaggi, che la bravura di Ambrogio Crespi è riuscito ad unificare, trasportano l’eco
del coraggio e della speranza per la gente del Sud, evidenza non più ammissibile. Alla maniera dei terroristi,
il mafioso si ritiene una specie di avvocato e giudice
legibus solutus
, prescelto e unto dal Signore.
Nel film, il linguaggio di chi racconta, è affilato come lame, il sapere è insidioso e pericoloso. Vittime e
carnefici smascherati, segreti e collaborazioni ramificati, minacce e scie di sangue, il tutto in una
organizzazione che raramente ha avuto cedimenti strutturali: mafia, camorra, ‘ndrangheta.
Il regista, nel mostrare un’umanità assurda, rappresenta in modo chiaro la tela di piccolo paese
dell’Aspromonte e la società internazionale, risaltando, allo stesso tempo, il riscatto del bene per il quale i
calabresi si battano come leoni per riconquistarlo.
Cosimo Sframeli