E’ scattato a contemporaneamente a Roma e Cisterna di Latina e a Rossano, Reggio Calabria e Bovalino, un blitz con cui i Carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale, insieme ai colleghi delle province interessate, hanno arrestato e portato in carcere undici persone delle quattordici indagate: tre sono difatti ancora ricercate.
L’ordinanza cautelare è stata emessa dal Tribunale del Riesame di Roma, che ha accolto l’appello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di tutti gli indagati, accusati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, di spaccio, di estorsione, e di incendio doloso.
Il “capo” albanese
Il provvedimento arriva al termine di una complessa inchiesta sviluppatasi tramite intercettazioni e analisi di chat criptate, e che parte da una indagine del 18 gennaio del 2022 che aveva consentito di disarticolare un gruppo di narcotrafficanti riconducibile all’albanese E.D., condannato il 18 dicembre del 2022 a 18 anni di reclusione.
L’attuale segmento investigativo è incentrato sugli altri componenti del sodalizio e su eventi delittuosi che non erano emersi nelle prime indagini.
L’asse Roma-Reggio
Gli investigatori, ritengono pertanto di aver delineato i ruoli ricoperti e i compiti attribuiti ai vari appartenenti, tra cui i 14 di oggi. Tra gli arrestati vi sono alcuni calabresi che avrebbero trafficato cocaina sull’asse Roma-Reggio Calabria, e considerati dei collaboratori stabili dell’albanese.
Sono state poi riscontrare delle grosse cessioni di coca, hashish e marjuana nelle province di Roma e Latina, avvenute tra il maggio del 2020 ed il marzo del 2021, e quantificabili rispettivamente in 338 kg di cocaina, 1510 kg di hashish e 70 kg di marjuana.
La restituzione del debito
I militari hanno poi documentato una serie di estorsioni, in particolare quella in cui tre presunti sodali, per farsi pagare un debito di droga, avrebbero dapprima incendiato la sala scommesse del debitore, nel territorio capitolino, e poi avrebbero apertamente minacciato di morte quest’ultimo, addirittura programmando la sua eliminazione anche con degli appostamenti.
Così facendo sarebbero riusciti a ottenere prima 10 mila euro e un orologio di lusso e, successivamente, a farsi pagare altri 70 mila euro.
La minaccia di morte
Un altro caso vede coinvolti altri due appartenenti al gruppo, insieme ad altre persone: anche qui per ottenere l’estinzione di un debito maturato sempre per l’acquisto di stupefacenti, avrebbero costretto un acquirente, con minacce di morte, a versargli 108 mila euro.
La pistola alla tempia
Ed ancora, ancora due sodali, insieme ad altri soggetti già condannati in un altro procedimento, sempre per farsi saldare un debito di droga, avrebbero costretto un acquirente di coca a recarsi in un pineta dove gli avrebbero puntato alla testa un’arma da fuoco, obbligandolo a versare 50 mila euro.
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