Gentile Direttore,

ieri sera (10 agosto) ho ascoltato con estrema attenzione i discorsi pronunciati dall’On. Romeo e dal presidente Oliverio al festival dell’Unità di Siderno.

Devo subito dire che essi mi sono sembrati per buona parte evanescenti e frutto di una campagna elettorale perenne, quasi che, a distanza di circa 9 mesi dall’elezione, ci si ritrovi ancora alla fase delle promesse e dei buoni propositi.

Non voglio dilungarmi sull’azione generale di governo ma porre l’accento sulla “questione Locride” e per farlo, a conferma della premessa di cui sopra, citerò dei passaggi di detti discorsi.

Ho sentito affermare l’On. Romeo che ad oggi  il mare è più pulito e quindi attribuire il merito di tale maggiore salubrità a delle loro non meglio specificate iniziative. Quali?

Credo sia di solare evidenza che il nostro mare versi nelle medesime condizioni degli scorsi anni e solo la fortuna di avere avuto correnti favorevoli ci ha permesso di godere di qualche buona giornata di mare. L’affermazione pone un’alternativa: o gli interventi sono stati inutili o non sono mai stati fatti. E non intervenire o intervenire male sulla depurazione delle acque, specie in una terra che dovrebbe vivere di solo turismo per l’amenità del territorio, è come girare il coltello nella piaga.

Proprio il turismo, veicolato dalla cultura della Magna Grecia dovrebbe portare concreto sviluppo alla Locride, ha affermato il Presidente Oliverio, che ha parlato di ”via della magna Grecia” per ridare ossigeno, attirare investimenti in questa terra martoriata (e fra l’altro priva di propri rappresentanti politici, visto che l’Assessore Roccisano non è stata eletta). Ma non era il programma del movimento VOLO? Bene, vi è quindi piena coincidenza di vedute e questo ci rasserena; evidentemente nella scorsa campagna elettorale non si sono dette corbellerie. Se l’idea oggi proviene dal governo regionale, se qualcun altro ha quindi seguito lo stesso filo rosso, vuol dire che è un’idea quanto meno condivisa. Resta però il punto che detta idea era per noi parte fondante della campagna elettorale, il momento cioè in cui si spiega alla gente cosa si vuol fare, mentre oggi viene ripetuta dal rappresentante più alto del governo regionale in carica da circa un anno, senza che la stessa sia suffragata dal come la si vuol sviluppare. E questo conferma l’assunto iniziale e cioè che si è paradossalmente ancora nella fase dei buoni propositi, delle intenzioni senza alcuna concreta e reale programmazione.

Ma dobbiamo accontentarci, ci dicono. Almeno i buoni propositi ci sono.

E’ il vecchio modo di intendere la politica, quello contro cui il movimento VOLO ha combattuto nell’ultima tornata elettorale apparentemente senza nulla ottenere.

Ebbene, accontentiamoci, visto che maggioranza dei nostri conterranei ha voluto così, non possiamo farne a meno. Ancora una volta subiamo promesse e proclami di attenzione massima verso il nostro territorio.

La differenza dalle volte precedenti è però che la c.d. società civile si sta svegliando e non vuole più subire. L’idea di un nuovo modo di fare politica è come “la goccia che scava la roccia”, si insinua fra le resistenze celebrali e di opportunismo di ciascuno di noi e prima o poi ci permetterà di aprire gli occhi.

VOLO

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