Nulla come prima
Fu così
che ci sentimmo nudi.
Le nostre sicurezze
tra la nebbia del progresso
inesorabilmente furon perse.

Fu così
che l’uomo amò suo fratello.
La mano porse
a disperata gente
l’umanità in un abbraccio d’un tratto scorse.

Fu così
che ci sentimmo Patria.
D’un balcone al canto
intonammo col cuore l’inno
unità esprimendo in vanto.

Fu così
che l’uomo s’ affrancò dalla paura.
Impavido di fronte alla morte
affiorata alla coscienza
l’accettò a terrena sorte.

Fu così
che l’uomo conobbe il tempo.
Tra passato e futuro
in quel fuggente attimo al centro
la gioia ritrovò in una carezza al vento.

Fu così
che l’uomo sentì la primavera.
I suoi colori
il canto delle rondini
il profumo dei fiori a sera.

Fu così
che l’uomo si riconciliò col Creato.
Non più veleno nelle acque
distruzione delle specie
ma amore per quel che gli fu donato.

Fu così
che l’uomo capì il dolore.
Affrontò la malattia
e tra la morte che lasciò
un seme di speranza
d’incanto sull’irta via germogliò.

Natale Amato