SIDERNO – E’ stato presentato ,nei giorni scorsi, presso l’ Hotel President di Siderno “Padrini e padroni – come la ndrangheta è diventata classe dirigente” l’ultimo libro scritto a quattro mani dal magistrato Nicola Gratteri e dal docente universitario Antonio Nicaso. I due, profondi conoscitori del “fenomeno mafia” scrivono insieme, da molti anni, testi sulla mafia e sono giunti con quest’ultimo lavoro a ben 8 libri e 11 edizioni che hanno avuto notevole successo non solo in Italia ma anche all’estero. “Padrini e padroni”, edito per Mondadori, come è stato evidenziato durante la presentazione, racconta una verità amara, di denuncia forte e coraggiosa, senza sconti per nessuno e spiega come la ‘ndrangheta sia diventata classe dirigente, grazie ai contatti che già alla fine del 1800 esistevano con le forze governative e la massoneria. Nella sostanza l’opera contribuisce a “riscrivere” la storia della ‘ndrangheta e partendo dalle analogie del passato arriva ai giorni nostri per dimostrare che da allora sono cambiate pochissime cose e neppure la vecchie esperienze sono servite per far modificare le cose . Presenti all’incontro culturale anche il Vescovo della Diogesi Locri Gerace , Mons. Francesco Oliva e il sindaco della città, Pietro Fuda, il magistrato Nicola Gratteri ( Antonio Nicaso si trova attualmente all’estero) stimolato dalle domande di Antonio Tassone , presidente dell’ Eco di Siderno, che ha organizzato l’evento in collaborazione con l’ Ordine degli Avvocati di Locri, ha dato delle risposte di estrema attualità ripercorrendo le varie tappe dell’ascesa criminale della ndrangheta , dalla sua irruzione nel ramo delle infrastrutture che consentì il salto nella categoria imprenditoriale di numerosi ‘ndranghetisti grazie anche alla connivenza con gli apparati burocratici amministrativi, fino ai giorni nostri con l’importante business della droga che garantisce la maggior parte del fatturato annuale della criminalità organizzata. Un libro “ Padrini e Padroni” che “ soprattutto nella parte storica – come ci ha detto lo stesso Nicola Gratteri prima di questa presentazione – è certamente nuovo rispetto a quelli precedenti. Ciò perché riusciamo a spiegare – ha precisato l’autorevole magistrato – un importante anello mancante e precisiamo anche dal punto di vista probatorio che già prima della nascita del nome ndrangheta – allora si chiamava picciotteria o setta degli accoltellatori – nel 1929 c’era questo abbraccio tra quella realtà e la politica tanto che c’era , ad esempio, a Reggio Calabria l’On. Camagna o altri come l’ On. Tripepi, che già erano senatori, che scrivevano su carte intestata e ringraziavano il capo mafia – usiamo questo termine anche se allora era improprio – per l’appoggio che era stato loro dato dal punto di vista elettorale. Questo dimostra che già allora esisteva un rapporto stretto tra mafia e politica”. Al dott. Gratteri abbiano anche chiesto cosa è cambiato per lui, sul piano personale e professionale, dopo la sua nomina Procuratore di Catanzaro: “ Ritengo – ha risposto – che facendo il Procuratore della Repubblica di Catanzaro ho molte piu’ responsabilità. Lavoro il doppio, il triplo rispetto a prima ma sono contento perché sto avendo grandi soddisfazioni e gratificazioni soprattutto perché ho trovato dei giovani magistrati collaboratori bravissimi e molto preparati , con alto senso dello Stato e delle Istituzioni con i quali sto lavorando alla grande”. Al termine dell’incontro Antonio Tassone ,a nome dell’associazione culturale “L’eco di Siderno” ha consegnato al magistrato- scrittore una targa ricordo contenente la seguente motivazione” per aver scritto un libro dall’alto valore sociale come Padrini e Padroni che denuncia in maniera lucida e documentata le gravi anomalie nella lotta al fenomeno mafioso”.

Aristide Bava – tratto da Gazzetta del Sud del 08/01/2017