Con grande enfasi la sindaca di Siderno Mariateresa Fragomeni ha postato questo messaggio su facebook: “Questo pomeriggio è successa una cosa curiosa. Mia figlia, che ha appena 9 anni, ha letto una frase su di me. Mi ha guardata con i suoi occhi grandi e mi ha chiesto: “Mamma, ma perché dicono queste cose brutte su di te? Perché scrivono così se tu lavori tanto per la città?”
Ho sorriso e le ho detto: “Tesoro, a volte le persone si arrabbiano quando non ottengono quello che vogliono. Succede anche tra i bambini: se qualcuno non può avere un gioco o non viene accontentato, magari reagisce male e dice cose cattive. Anche se sa che quelle cose non sono vere. È solo il loro modo di sfogarsi.” Lei mi ha risposto: “Ma allora tu non ti arrabbi?”

“No, amore mio. Perché io so quello che faccio ogni giorno. So quanta fatica ci vuole per provare a rendere migliore una città, e quanta pazienza ci vuole per ascoltare tutti. E so che le cose buone si costruiscono con il tempo, senza urlare, senza offendere, senza arrabbiarsi. Con il lavoro, il rispetto e l’onestà.” E mentre la guardavo andare via, felice di aver capito, ho pensato che la più grande lezione oggi l’ha data lei: quella di fermarsi, chiedere, ascoltare. E non giudicare mai solo da un titolo. Andiamo avanti, sempre a testa alta, con il cuore pulito e l’impegno di ogni giorno. Per Siderno e per chi crede nella verità delle cose fatte, non solo dette”. Fin qui su facebook la sindaca Fragomeni.

Il tono della sua comunicazione social, aggiungiamo noi,  è la solita tendenza al vittimismo che la induce a voler apparire agli occhi degli altri come un genitore impeccabile, prendendosela con i giornalisti “orsi e cattivi” che osano criticare il suo operato politico. Lei e suoi tanti amici social ovviamente l’hanno inondata di like perché probabilmente vorrebbero leggere che a Siderno attualmente vada tutto bene, che Mariateresa è la più brava, la più buona e la più bella. Insomma, la migliore rappresentante che la città potesse esprimere. Purtroppo per lei, almeno da quello che registriamo quotidianamente, a noi ed a tanti altri, la realtà non appare così. Quello che stona nel messaggio consegnato ai social è la fotografia allegata: la sindaca insieme alla figlia sorridente (e non pixellata) come parte integrante del messaggio politico da veicolare all’esterno. Insomma, classico caso di propaganda con minore. In questo, forse, la Prima Cittadina ha voluto imitare il leader della Lega Matteo Salvini  che già in passato, come in molti ricorderanno, il giorno dopo il voto del Senato che lo mandò a processo su Open Arms,  inviò un messaggio ai follower utilizzando una foto della figlia.

Non è il caso di ricordare qui quali sono limiti e rischi di un uso indiscriminato se non sconsiderato delle immagini di minori in rete. Poteva nascondere almeno i tratti della piccola con opportuni accorgimenti grafici, prima di tirarla in ballo in una vicenda che riguarda libertà di espressione e diritto di critica politica,  tutte cose lontanissime – o almeno dovrebbero esserlo – dal mondo dell’infanzia.

Per chi conosce le regole delle comunicazione, infatti, appare evidente che la figura di un minore spesso serve  a rafforzare il rapporto del personaggio pubblico con i follower, a renderlo più vicino. Scusateci se ci siamo permessi. Ora via alla gogna mediatica sui social contro la stampa libera. Ma giova ribadire che noi non usiamo profili fake ma ci mettiamo la faccia!

Antonio Tassone- ecodellalocride.it