Il sindaco di Siderno, Pietro Fuda, si è recato, ieri mattina, presso la Cittadella della Regione Calabria per poter affrontare, insieme all’assessore all’ambiente della Regionale Calabria e al suo staff, il problema dell’inquinamento delle falde acquifere di contrada Pantanizzi. Alla riunione ha partecipato anche una rappresentante dell’ Arpacal. Si è subito capito che il problema è di notevole importanza. D’altra parte le preoccupazioni filtrate nell’immediatezza dei rilevamenti hanno indotto, nei giorni scorsi, lo stesso sindaco di Siderno ad emettere una ordinanza cautelativa di divieto dell’uso dell’acqua di quel territorio. Il sindaco ha spiegato. nel corso della riunione, che in seno all’opinione pubblica si è creato un certo allarmismo e che, quindi, è opportuno che la situazione venga affrontata al piu’ presto. L’incontro è stato abbastanza lungo ma , al termine dello stesso Pietro Fuda è sembrato soddisfatto delle rassicurazioni ricevute tant’è che ha voluto rilasciare una dichiarazione abbastanza confortante. “Presto sarà attivata una vasta campagna per la caratterizzazione di tutto il sito, ovvero un’indagine per stabilire quante falde sono presenti, prevedendo anche un’analisi dei terreni su tutti i livelli. Tutto questo per andare alla ricerca di quella che è la fonte primaria di questo inquinamento. Nessuna ipotesi è stata avanzata sulle possibili fonti. L’unico dato certo è che le sostanze cancerogene ci sono e per il loro peso si sedimentano nella parte più bassa della falda. Dalla riunione è, però, emerso che esiste la volontà di risolvere ogni problema al piu’ presto. Ed anche per questo mi corre l’obbligo di rivolgere un sentito ringraziamento all’assessore regionale all’Ambiente, l’avvocatessa Antonietta Rizzo, al dirigente generale “Ambiente e Territorio”, l’architetto Orsola Reillo, al dottor Luca Laudati e alla dottoressa Angela Bruna Cardile di Arpacal, che hanno preso parte alla riunione mostrando sensibilità e attenzione al problema”. Giusto ricordare che la zona interessata al delicato problema è quella dove risiedeva la struttura della Bp, azienda chimica chiusa ormai da anni ma che è tornata recentemente alla ribalta della cronaca, perché, ancora, al suo interno esistono dei fusti contenenti scorie radioattive che bisogna smaltire e per le quali è stata chiamata in causa la stessa Regione Calabria dopo un recente consiglio comunale che, sulla spinta delle proteste del Comitato cittadino ha affrontato drasticamente il problema stilando un pesante ordine del giorno unitario in cui si ravvisa l’urgenza di risolvere il problema.

Aristide Bava