Aristide Bava
SIDERNO – Il sindaco Pietro Fuda ha mantenuto la sua promessa indirizzata a tutelare gli interessi della città ed ha puntato l’indice contro i commissari che hanno gestito la città prima di lui dichiarando il dissesto, ovvero Francesco Taricone, Eugenio Pitaro e Maria Cacciola. Lo fa in maniera eclatante chiamando in causa per circa 10 milioni di euro il Ministero dell’ interno. Il motivo “ l’aver causato al Comune danni economici di rilievo , documentalmente sostenuti e conseguenza immediata e diretta sia di una gestione negligente e imprudente da parte degli stessi sia della mancata attivazione da parte del ministero dell’interno degli ordinari poteri di controllo del loro operato. Nella motivazione è scritto che “ appena insediata la Commissione straordinaria “ha inoltrato alla Cassa depositi e prestiti una domanda di anticipazione di liquidita’ cosi’ attivando)..= per il Pagamento “dei debiti certi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2012” Per Fuda si è trattato di una imprudenza che ha portato a ripercussioni nefaste per le casse del Comune per gli anni futuri. In realtà, secondo il primo cittadino, ancor prima della sottoscrizione del contratto di anticipazione , tra Corte dei Conti e Commissione straordinaria sarebbe iniziato un contraddittorio per “acquisire chiarimenti e integrazioni circa il rendiconto dell’anno 2011”. Dal carteggio sarebbero emerse “irregolarità e criticità” registrate dai magistrati contabili assieme alla mancata adozione di “provvedimenti straordinari di riaccertamento dei residui”. Fatti questi che hanno portato prima il responsabile del settore economico del Comune e poi i revisori dei conti a suggerire la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario il 19 dicembre 2013. La domanda che si chiede Fuda, dunque, è “perchè chiedere un maxi mutuo per il Comune già di fatto in dissesto ? “ Una domanda che va a sottolineare “l’abnormita’ e gravita del comportamento illecito e dannoso “ integrato dal Ministero dell’ Interno. Fuda nella sua lunga relazione fa i conti del “disastro generato da quella scelta per chiedere i danni al ministero. Ritiene che ignorare gli atti contabili e le relazioni «che già evidenziavano lo stato di pre-dissesto» ha generato «con il solo mutuo, un debito per interessi a carico del Comune di Siderno pari a 5 milioni 129mila euro». In secondo luogo, i commissari avrebbero potuto seguire un’altra strada, quella della «modalità semplificata di liquidazione», che avrebbe consentito di risparmiare sui debiti proponendo transazioni ai creditori. Infine, la terna commissariale non avrebbe «verificato la consistenza, la fondatezza e l’origine dei crediti pagati con l’anticipazione di liquidità». La somma di tutte le presunte irregolarità introduce una richiesta di risarcimento per il Ministero dell’Interno e per i commissari di 9 milioni 624mila euro. La decisione di Pietro Fuda è certamente eclatante e con molta probabilità farà discutere parecchio.