Aristide Bava
SIDERNO – Sembra destinata a “sgonfiarsi” subito la forte polemica apertasi dopo la “denuncia” del candidato a sindaco Stefano Archinà nei confronti del Pd e più specificatamente di Maria Teresa Fragomeni . La candidata a sindaco democrat si è tirata fuori da ogni responsabilità precisando che quanto scritto dal fratello Antonio “persona a cui voglio bene ” è stato pensato e scritto “in totale autonomia, sia da me che dalla coalizione che mi sostiene” aggiungendo che è stato “il più delle volte in totale disaccordo col Pd e con me stessa – basti pensare che aveva perfino aderito al M5S” .
In una lunga nota Maria Teresa Fragomeni dice in premessa “Ho scelto, sin dal comizio di apertura, di fare una campagna elettorale improntata a valori di positività, di rispetto delle regole e rispetto per gli altri candidati. Sono fermamente convinta, oggi più di ieri, viste le preoccupanti condizioni in cui versa la nostra città , che chi si propone ai sidernesi come candidato a sindaco ed a consigliere, abbia il dovere morale e politico di mantenere civile ed elevato il confronto. Si tratta di un dovere che abbiamo non solo verso noi stessi, ma soprattutto verso la nostra comunità, perché le divisioni e gli insulti fanno solo male a Siderno. Forse non tutti sono in grado di portare avanti un confronto civile di idee e di programmi, ma bisogna avere anche la coerenza, quando si dice ai cittadini, che Siderno deve tornare ad essere il punto di riferimento della Locride e della costa ionica, di fare uno sforzo per non alimentare risse e divisioni. Io stessa, – aggiunge la Fragomeni – fino a qualche mese fa, sono stata vittima di illazioni e pettegolezzi relativi ad una vicenda giudiziaria che, per inciso, si è conclusa con l’accertamento della mia più assoluta estraneità ai fatti. Ho incassato in silenzio, senza mai replicare, né sui social, né sui giornali, e meno che mai in un comizio nella piazza della mia città. È una questione di stile personale, ma soprattutto di rispetto per i miei concittadini, ai quale, suppongo, le vicende personali dei candidati non interessino, se non nella misura in cui, le stesse, possano avere dei riflessi sulle istituzioni cittadine”.
Poi una autodifesa anche del partito per respingere le accusa di Archinà con la puntualizzazione che ” se lui non ha responsabilità per le vicende giudiziarie di suo fratello (giustamente), perché dovrei averne io – o gli altri candidati a consigliere – per i comportamenti – deprecabili – dell’ “avvocato Antonio”. I fratelli non si possono scegliere.
Ma di tutto questo, ritengo che ai cittadini di Siderno non importi nulla, ai cittadini interessa il modo in cui si possono risolvere i problemi di questa città, ed è solo su questo terreno che sono disposta a confrontarmi” . Nella parte finale della sua nota, dopo alcune puntualizzazioni di carattere politico afferma “Sono pronta a discutere e confrontarmi sulle idee progettuali e non sul gossip. Quando dico che Siderno può tornare ad essere il faro ed il punto di riferimento della Locride, ne sono davvero convinta, ma per fare questo, bisogna mettere da parte un modo di fare politica basato solo sulla distruzione dei propri avversari, altrimenti, lasceremo solo macerie.
Siderno ha bisogna di una nuova coesione sociale, costruiamola insieme”. la nota va intesa come un “messaggio di pace” anche se non mancano alcune puntualizzazioni indirizzate a difendere la sua intera coalizione da affermazioni poco gradite che sono state fatte, durante il comizio pubblico da Archinà. Ma visto che anche il candidato a sindaco di ” Siderno 2030″ ha avuto le sue buone ragioni per rispondere a quella che gli è sembrata una forte provocazione la “querelle” si potrebbe concludere qui. La città dopo le brutte vicende del recente passato non ha bisogno di nuove conflittualità – e questo è un pensiero generalizzato dei cittadini che anche sui social sono andati in questa direzione – ma piuttosto di confronti seri e costruttivi. E soprattutto di iniziative, presenti e future, che inseguano il bene comune e il rilancio della città, da qualunque parte esse vengano.
nella foto Maria Teresa Fragomeni e Stefano Archinà