Non tutti gli eroi portano il vestito
Sì, perché Angelo, 33enne (che per coincidenza è anche coetaneo del più noto Gesù di Nazareth) di Siderno, conosciuto e benvoluto da buona parte della comunità locale, è stato il primo a darsi da fare per salvare un uomo che, domenica 7 febbraio u.s., si trovava privo degli abiti e pericolosamente in mezzo alle onde del nostro mare.
Non vado certo a segnalare che “i poliziotti eroi” di cui si parla su alcuni organi di informazione locali non esistano (Angelo non è un poliziotto ed insieme a lui c’era un solo esponente delle Forze dell’Ordine, il quale – lo dico per dovere di cronaca – non si è assolutamente privato di alcuno dei suoi abiti né tantomeno della giacca prima di soccorrere l’uomo che si trovava in mare), ma insisto sull’importanza di un’informazione corretta, serena, trasparente e comprovata.
Si tratta, in questo caso, di dare il giusto peso – ed i giusti onori – a chi ha fatto quanto e più dei tanto osannati poliziotti (e, vado a ripetere, l’utilizzo del plurale è in questo caso millantare la matematica per plurale maiestatis), accorrendo per primo in spiaggia per cercare di riportare alla ragione, e fuori dalle acque fredde dello Jonio sidernese, un uomo che si è trovato a fronteggiare sicuramente un gravissimo e delicatissimo momento di equilibrio cognitivo. A dirla tutta, Angelo si è accorto dell’uomo nudo che correva sul lungomare, affollato come può esserlo quello di una città di circa 20.000 abitanti la domenica di Carnevale nel pomeriggio, ancora prima che questi arrivasse in spiaggia, decidendo subito di intervenire per evitare che potessimo adesso descrivere un epilogo peggiore alla vicenda avvenuta – già di per sé poco piacevole.
Nella sventura, un piccolo colpo di fortuna pare ci sia stato: mentre l’uomo che si trovava in mare pareva che non lottasse affatto per riemergere dalle acque, un’onda di discreta potenza pare lo abbia spinto verso la riva ad una distanza tale che ne permettesse il recupero senza correre il rischio derivante da un tuffo verso la parte più profonda.
I due soccorritori, a questo punto, sono stati rapidi ed abili nel tirare in salvo sulla terraferma un uomo che, nel pomeriggio della domenica di Carnevale, aveva deciso di entrare nelle acque del mare; questi è stato coperto con gli abiti di fortuna recuperati al momento e, successivamente, con le tovaglie usate per le tavole di un esercizio ristorativo vicino al luogo dell’accaduto.
Salvare una vita è importante anche senza che ne vengano riconosciuti i meriti, quel giorno una famiglia ha evitato una tragedia e questo è più importante degli allori personali; rimane il fatto che informare in maniera corretta sia un dovere, tanto quanto informare in maniera errata sia quasi uno scempio commesso nei confronti della verità. La verità, quella che rimane, è che domenica 7 febbraio 2016 non verrà mai ricordata come il giorno in cui si è consumata una tragedia. Con tutta probabilità, questa data non verrà ricordata affatto; tanto meglio. Dice un proverbio: nessuna nuova, buona nuova.
Io però voglio ricordare di Angelo e del suo gesto che, eroico o meno, ha dato un indispensabile contributo al salvataggio di un altro uomo che stava per cedere – o aveva ceduto – alla debolezza della disperazione. Non è lui l’unico artefice/partecipe del motivo per cui oggi scriviamo di un salvataggio e non di una tragedia, ma l’altra metà dei soccorritori ha già avuto le sue – abbondanti quanto generose – righe di gloria.

Bravo Angelo, bravo Sig. Poliziotto.

Giuseppe Agostino

cimento-dimostrazione-soccorso-317113.660x368