Egr. Direttore,

ieri si è svolto il consiglio comunale che ha visto purtroppo l’assenza del nostro consigliere Michele Cataldo per gravi motivi familiari. Su detto consiglio posso dire in primo luogo che ho apprezzato le posizioni assunte dal consigliere Sgarlato, che ha rispecchiato fedelmente quella che sarebbe stata la linea di condotta del Dott. Cataldo.

E veniamo al dunque.

Ho visto un consiglio comunale attorcigliato su se stesso, come un serpente che tenta di mordersi la coda. Tenta ma non ci riesce.

E così l’uroboro, cioè il serpente che si morde  la coda, simbolo di perfezione e continuità, non si realizza.

Dico questo perché non mi pare che l’azione amministrativa del governo della città possa, dopo i fatti di ieri, trovare quella continuità fondamentale per la buona amministrazione.

L’attacco di un partito della maggioranza è stato diretto e si è presentato sotto molteplici forme, ora con la richiesta di revoca di una delibera e l’assenza alla votazione della stessa del consigliere che ha formulato la richiesta, ora con l’evidenziazione del malcontento popolare serpeggiante (tanto per restare in tema di serpenti), ora con la richiesta di spiegazioni sul perché di alcune omissioni o azioni amministrative, concretizzatasi in una interrogazione che ha fatto balzare sulla sedia più d’uno della giunta.

Malesseri, mal di pancia? Nei corridoi si vocifera che alla base vi siano precise richieste di rimpasto di governo, con attribuzione di almeno due assessorati.

E allora mi chiedo, non è questa la vecchia politica che tutti noi condanniamo?

Dov’è la rottura con i vecchi rituali della spartizione delle poltrone anche al di sopra della tutela del bene comune?

Da leader di uno dei movimenti dell’opposizione non posso che essere contento dell’emergere di tali contraddizioni, tanto denunciate in campagna elettorale; sono però molto preoccupato per le sorti della mia città, affidata alla vecchia politica che tanti danni ha fatto e pare stia continuando a fare.

Ma a pensarci bene di questo destino le avvisaglie vi erano tutte. Attendo ancora oggi, infatti, e con me i sidernesi, di vedere  arrivare i sessanta milioni di euro di investimenti promessi in campagna elettorale. Il termine era il mese di dicembre scorso. Oggi, a febbraio, nemmeno la befana ci ha portato doni. E non va dimenticato che dopo l’imminente carnevale vi sarà la quaresima. Digiunare in periodo di vacche magre è un ulteriore sacrificio che i miei cittadini non dovrebbero subire.

Giuseppe Caruso

VOLO

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