Da venerdì 8 maggio è stata sospesa la raccolta dei rifiuti indifferenziati e organici. Pare che dalla emergenza Covid19 si stia sprofondando in un’altra emergenza, quella dei rifiuti, dalla quale peraltro non ne siamo mai usciti davvero, nonostante i quasi venti anni di commissariamento del comparto ambientale della Regione che ha prodotto solo la quintuplicazione del debito e di quegli impianti che avrebbero dovuto risolvere il problema dei rifiuti della Calabria nemmeno l’ombra.
Infatti, sembra che la causa dell’interruzione del servizio di ritiro della parte indifferenziata dei rifiuti sia proprio la chiusura, per saturazione della discarica di Crotone, dove fino alla scorsa settimana, venivano conferiti i rifiuti indifferenziati dell’impianto di separazione sito nel comune di Siderno.
Storia ormai vecchia e pure scontata, legata alla mancata realizzazione delle discariche pubbliche, che dopo la costituzione degli ATO, coincidenti territorialmente con il perimetro delle vecchie provincie, oggi Città metropolitana, a cui sono passate le competenze in materia di gestione dei rifiuti, detterebbe tempi stringenti per realizzare gli impianti e le discariche pubbliche di servizio, nella consapevolezza che non si può chiedere il sacrificio ad un solo territorio e sempre allo stesso…
Abbiamo creduto, e forse continuiamo a crederlo, che la raccolta differenziata porta a porta rappresenti il fine per la gestione dei rifiuti in Italia e non uno strumento. Abbiamo creduto, o ci hanno fatto credere, che spingendo sulla raccolta differenziata avremmo potuto risparmiare sulla nostra tassa o tariffa; abbiamo creduto o ci hanno fatto credere che il nostro comportamento virtuoso ci avrebbe dato un doppio vantaggio: non sarebbero serviti impianti e avremmo quindi allontanato il mostro dell’inceneritore, ma anche di qualsiasi altro impianto sul tema dei rifiuti e avremmo risparmiato sulla tassa o tariffa di gestione del servizio rifiuti.
Di fatto, la tendenza è stata esattamente contraria!
Altro elemento che emergerebbe osservando la situazione afferente la gestione dei rifiuti e dall’esperienza diretta di ciascuno di noi, è l’impossibilità oggettiva di eliminare completamente la parte indifferenziata dei rifiuti. Infatti, le tecnologie oggi disponibili, pur sofisticate, non sono in grado di separare in modo “perfetto” le singole frazioni, ergo, anche se diventassimo bravissimi nel differenziare correttamente e minuziosamente i rifiuti, vi sarà sempre una parte di essi che dovrà essere necessariamente conferita in quella che viene definita dagli esperti, la frazione secca indifferenziata, rendendo pertanto necessaria la permanenza delle cosiddette discariche di servizio, dove conferire quella parte di rifiuti.
Paradossalmente la politica di contrapposizione a tutti i costi che ha osteggiato e continua ad osteggiare la costruzione di impianti ha generato come reazione l’incremento dei prezzi e come conseguenza il collasso del sistema della gestione dei rifiuti che abbiamo sotto gli occhi ormai da anni. A sostegno delle tesi contro la costruzione degli impianti viene spesso richiamato l’indubbio interesse economico che la filiera genera e soprattutto gli interessi della malavita. Io credo che probabilmente, una maggiore disponibilità di impianti porterebbe a una riduzione dei prezzi dovuta ad una crescita della concorrenza e una riduzione degli appetiti di organizzazioni che hanno come business traffici illeciti di rifiuti ad alto reddito.
Spesso nei vari territori l’opposizione alla costruzione di impianti, si fonda sul concetto della sindrome NIMBY (non nel mio giardino) ma, realisticamente più che una legittima paura di avere un impianto dietro casa (si fa per dire) pesa in modo decisivo e grave una buona dotazione di concetti sbagliati, di paure alimentate da fake news, etc.
Pertanto, penso non sia ulteriormente procrastinabile una soluzione definitiva e matura della questione dei rifiuti, che ci porti fuori da questa perenne emergenza una volta per tutte, con la consapevolezza priva di ipocrisie che gli impianti servono e quindi devono essere costruiti. È ovvio che quando parliamo d’impianti per lo smaltimento dei rifiuti ci si riferisce a impianti di ultima generazione non nocivi per la salute dell’uomo e la salubrità ambientale.
La città di Siderno, finora ha dato il suo contributo, per ciò che concerne la gestione integrata dei rifiuti della Regione, adesso gli organi competenti, la smettano con il gioco ai rimpalli e assumano decisioni certe e concrete.
Antonella Avellis fb