Dopo undici anni di processo, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso una decisione destinata a segnare un punto di svolta nella complessa vicenda giudiziaria legata all’inchiesta “Bacinella”. Al termine della camera di consiglio, il collegio giudicante ha assolto due imputati dall’accusa di associazione mafiosa, escludendo l’ipotesi di appartenenza a una cosca della Locride.
La pronuncia è intervenuta in sede di rinvio, a seguito dell’annullamento parziale disposto dalla Corte di Cassazione nel gennaio 2020. I giudici hanno escluso l’aggravante mafiosa, ridisegnando l’impianto accusatorio sostenuto dalla Direzione distrettuale antimafia e procedendo alla rideterminazione delle pene per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato.
All’esito della decisione, per uno degli imputati è stata inflitta una condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione per esercizio abusivo del credito e tentativo di violenza privata, senza aggravante mafiosa; per un altro la pena è stata fissata in 11 anni e 7 mesi. Condanne rideterminate anche per gli altri imputati: alcune comprese tra 1 anno e 4 mesi e 1 anno e 9 mesi, in parte con pena sospesa; una a 5 anni e 1 mese; un’altra a 3 anni e 5 mesi; e ulteriori pene pari a 8 mesi ciascuna.
La sentenza rappresenta un passaggio rilevante nell’iter giudiziario dell’inchiesta, ridefinendo responsabilità e sanzioni alla luce dell’esclusione del contesto mafioso contestato in origine.

