Cari Amici e Soci di “I Care!”, nel tempo sospeso di pandemia dobbiamo trovare lo spirito per affrontare questa fase che dura, ormai, da un anno e per ripartire. A proposito di ripartenza il mio appello è di vaccinarsi (una settimana fa ho fatto la prima dose di AstraZeneca, la seconda è prevista per il 10 giugno). Ma il vaccino che oggi vi propongo è un antico brevetto dell’amico prof. Ugo Mollica: la GENTILEZZA.
È nata la RETE COSTRUIAMOGENTILEZZA e, qui di seguito, riporto in sintesi l’obiettivo che persegue:
CHI SONO?
Può essere un insegnante di classe, un dirigente scolastico, un insegnante di sostegno, un insegnante di religione, un professore, un insegnante di asilo nido, un insegnante universitario che con coerenza opera nel contesto scolastico-educativo (dall’asilo nido sino alla scuola secondaria di secondo grado ed Università) prendendosi cura del benessere e della crescita di bambini e ragazzi.
COSA FANNO?
Durante l’anno scolastico propongono azioni/attività, anche innovative, sulla gentilezza ed i valori che rappresenta rivolte agli alunni (all’interno della scuola), o alla Comunità (all’esterno dell’ambiente scolastico, o coinvolgendo i cittadini e le associazioni).
Impegni
1 / Essere coerente tra ciò che proponi e ciò che fai.
2 / Partecipa alla Giornata Nazionale dei Giochi della Gentilezza ( 22 Settembre ). Proponi durante l’anno scolastico azioni/attività, anche innovative, sulla gentilezza ed i valori che rappresenta rivolte agli alunni (all’interno della scuola), o alla Comunità (all’esterno dell’ambiente scolastico, o coinvolgendo i cittadini e le associazioni).
3 / Condividi le azioni/attività sulla gentilezza svolte con e/o per la classe con la Rete Nazionale degli Insegnanti per la Gentilezza per accrescerne il valore e favorire la condivisione tra scuole per generare un effetto moltiplicatore a beneficio del maggior numero possibile di bambini e ragazzi.
4 / Comunica le iniziative svolte anche coi media locali per dare visibilità alla gentilezza e favorirne la diffusione.
5 / Collabora con l’Assessore alla Gentilezza qualora presente nel tuo Comune, oppure impegnati per richiederne la nomina al tuo Sindaco, per promuovere azioni/attività sulla gentilezza a beneficio di tutta la Comunità locale.
Per approfondire la conoscenza della rete (ricca di iniziative e di buone pratiche) e per eventuali adesioni cliccare sul seguente link:

Chi Siamo


Un caro saluto e tanti AUGURI!
F.to Vito Pirruccio
Presidente

Intervista RETE COSTRUTTORI DI GENTILEZZA al Prof. Vito PIRRUCCIO

Dirigente Scolastico – Istituto Comprensivo “M. Bello-G. Pedullà-Agnana” di Siderno (RC)
DOMANDE e RISPOSTE
Da piccolo chi è stato il tuo “insegnante” di gentilezza?
La mia maestra di Scuola Elementare Ernesta MATOZZO. Ai miei tempi vi erano le punizioni corporali, ma si notava benissimo che la maestra Matozzo (allora la maestra veniva chiamata per cognome) non condivideva questo metodo. Pertanto, prima di eseguire la punizione, ci faceva riflettere sull’accaduto e, solo in caso di mancato pentimento, ne dava esecuzione. Comunque, guidava l’approccio al pentimento e la punizione era l’extrema ratio.

Come insegni agli alunni la gentilezza?
Come tutti i valori comportamentali è con la pratica dell’esempio che si insegna, per cui, anche oggi nel mio ruolo di dirigente, pur avendo meno contatto diretto con gli alunni, strutturo il mio approccio con i ragazzi e con gli altri improntando il rapporto sul piano del rispetto reciproco, senza evidenziare che il mio comportamento scaturisce dal ruolo e senza alcun paternalismo. L’alunno deve comprendere di trovarsi dinanzi ad un suo educatore, ma che nel comportamento il rispetto è tra uguali al di là del rapporto minore-adulto.

Una parola gentile che usi sovente con i tuoi alunni?
Per favore

Come può la gentilezza aiutare i bambini a vivere la scuola più serenamente?

La gentilezza è tutto. È la fonte della serenità. Significa far sentire l’altro responsabile a pari titolo nel rapporto. Anche colui il quale approfitta della gentilezza altrui, se incalzato dalla gentilezza verrà disarmato della sua arroganza.

Quando un alunno sbaglia, come lo correggi con la gentilezza?
Facendoli comprendere, attraverso un ritorno sull’accaduto, che non vorrebbe trovarsi nei panni di chi ha subito la sua mancanza di gentilezza. Soprattutto, assegnandogli la punizione dovuta (ad esempio, anche la più dura, l’allontanamento
momentaneo dalla scuola), perché la gentilezza non deve mai cadere nell’errore del perdonismo e la punizione, con la sua dose rieducativa, serve a far riflettere sul male arrecato, piccolo o grande che sia. La gentilezza post, in caso di punizione, consiste nel rapportarsi con chi ha sbagliato senza essere prevenuti: chi sbaglia non vuol dire che deve continuare a sbagliare, anzi, occorre restituire all’errante l’idea della fiducia riconquistata