Trama

“Minchia Signor Tenente”, di Antonio Grosso, giovane ma già affermato drammaturgo napoletano, rivive la vita quotidiana in una piccola Stazione dei Carabinieri in un paesino qualunque, nella quale si vive un’ordinaria, lenta ma divertente quotidianità, interrotta da un importante evento: la presenza nel paese di un famoso latitante. Tra piccoli furti e una storia d’amore, lo spettacolo affronta un tema difficile e spinoso, “COSA NOSTRA”, ma l’autore lo tratta con intelligenza, ironia e sensibilità. “Minchia Signor Tenente” è uno spettacolo che induce lo spettatore a riflettere sui temi della legalità ma soprattutto su coloro che sono delegati a farla rispettare, su quegli uomini che non fanno notizia, ma sono la forza di riferimento per infondere sicurezza a tutti i cittadini: i CARABINIERI. Uomini semplici, ma allo stesso tempo eroi per adempiere al loro dovere in modo anonimo.

Lo scenario nel quale la vicenda prende vita è un paesino di provincia qualsiasi, paesino che si potrebbe trovare tranquillamente dall’arida e afosa Sicilia alle fredde e innevate cime dell’arco Alpino, “Terra, Amara Terra mia” così definita in apertura di spettacolo, Così come Modugno definiva la terra abbandonata dalle persone e dalle autorità, Terra di contraddizioni, Terra prigioniera di “uno Stato nello Stato”, Terra dove la vita a volte incontra anticipatamente la morte attraverso la furia omicida, ma quella “Terra”,  rimane pur sempre la nostra meravigliosa Italia.