Aristide Bava
SIDERNO – Diventa sempre piu’ aspra la polemica tra il sindacato Slai Cobas e Locride Ambiente. Nazzareno Piperno responsabile provinciale del sindacato attacca duramente l’amministratore delegato Cristian Careri e l’interra struttura °che nel proprio delirio ha deciso di aprire un procedimento disciplinare per ognuno dei lavoratori, che per sua (di Careri Cristian, A.D. della Locride Ambiente) sfortuna sono assistiti dallo Slai-Cobas di Vibo Valentia, che ha deciso di partecipare allo sciopero indetto dall’organizzazione sindacale che lo rappresenta, nel rispetto dei termini e delle forme fissati dalla legge che disciplina lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, nelle giornate del 29 e 30 ottobre. Piperno in maniera ironica contesta il fatto che i lavoratori si permettono di partecipare allo sciopero giaà nuovamente fissato per fine mese e che “addirittura “pretendono di essere pagati ogni fine mese ”
Per il sindacalista questa è “negazione del diritto di sciopero” e “arbitrio allo stato puro”. Piperno fa anche riferimento alle presunte minacce ricevute da Careri e fa riferimento al precedente sciopero al quale hanno partecipato familiari dei dipendenti e altri cittadini ” al (pacifico) corteo per le vie di Siderno nei giorni dello sciopero” precisando il corteo che si è tenuto era ” autorizzato e legittimo nel contesto di uno sciopero locale (non generale caro Careri, e sul punto si vada a ripassare la delibere della Commissione di Garanzia e che cosa questa intende per rarefazione nel caso di sovrapposizione tra scioperi nazionali e locali…) e si sia svolto più che pacificamente alla presenza di un’imponente spiegamento di forze di polizia, che nessuna offesa o minaccia a chicchessia come nessun turbamento all’ordine pubblico hanno invece riscontrato”. Quanto poi alla asserita partecipazione a tale corteo, libera a tutti e non certo ad invito, di altre persone, il sindacalista precisa che “essendosi lo stesso svolto per le pubbliche vie cittadine, non era certo compito dell’organizzazione verificare l’identità dei soggetti non più legati da vincoli di lavoro con l’azienda o che con la stessa non avevano mai avuto a che fare, che eventualmente avevano deciso magari solo per fare due passi di partecipare al corteo”. Da qui , dopo altre puntualizzazioni di carattere personale la dichiarazione che il sindacato continuerà
” ovviamente a difendere i lavoratori e reprimere la condotta antisindacale che tale azienda sta perpetrando ai nostri danni e a danno dei lavoratori che, per nostro tramite, rivendicano il rispetto dei propri diritti e, quindi, in una anzi due parole, il rispetto della legalità e della loro dignità”. Nella parte finale della lunga nota Piperno precisa ancora che “il diritto di sciopero esiste e che la nostra organizzazione intende esercitarlo al massimo delle possibilità previste dalla legge e, ovviamente, nel rispetto di questa, almeno finchè l’azienda non cambierà atteggiamento e pagherà i lavoratori senza trincerarsi sempre dietro la solita stucchevole scusa dei Comuni che non pagano”. Se poi oggi l’azienda, bontà sua, – conclude la nota – vuole farsi giustizia da sola, chiudere gli occhi e declassare lo sciopero a semplice assenza ingiustificata dei lavoratori che vorrebbe conseguentemente arrivare a punire, bè allora se ne prenderà le relative responsabilità.Noi continueremo a lavorare e a tutelare i lavoratori, specie quelli che hanno a che fare con una tale azienda diretta da cotanto Amministratore Delegato.