Abbiamo letto con stupore — e con un pizzico di amarezza — il report pubblicato sulla Gazzetta del Sud riguardante le tariffe applicate dai Comuni alle società sportive per l’utilizzo degli impianti calcistici.
Ebbene, il Comune più caro in assoluto è proprio Siderno.
Un record che dovrebbe far riflettere, perché parliamo di una città che, paradossalmente, non dispone oggi di alcuna struttura realmente utilizzabile per praticare calcio.
Lo stadio “Raciti” è chiuso da anni per lavori infiniti di cui si sono perse le tracce, mentre il campo “Gianluca Congiusta” in contrada Mirto è ormai preda dell’erba alta e dell’incuria. In altre parole, nessuno a Siderno può giocare a calcio — eppure si continuano a imporre tariffe più alte che altrove.
Una beffa che ha del clamoroso, soprattutto per le sei società calcistiche sidernesi costrette a emigrare nei Comuni vicini per allenarsi e disputare le proprie partite, con spese e disagi che gravano interamente su dirigenti, atleti e famiglie.
La “fortuna” dell’amministrazione comunale è che la Prefettura non sia intervenuta, come accaduto altrove, solo perché lo stadio è formalmente chiuso. Ma se fosse stato aperto, quali interventi sarebbero stati messi in campo per garantirne l’agibilità, in particolare della tribuna?
E ancora: quali iniziative concrete sono state assunte in questi quattro anni per restituire ai giovani sidernesi un impianto sportivo funzionante?
Domande che restano, come sempre, senza risposta.
Invece di sostenere chi, con sacrificio e passione, tiene viva la tradizione sportiva locale, si è scelta la strada opposta: tariffe da capogiro, strutture inesistenti, e zero investimenti seri sullo sport di base.
Una politica miope e dannosa, che non solo scoraggia le società sportive, ma colpisce direttamente le nuove generazioni, privandole di un’occasione di crescita, educazione e inclusione.
Lo sport, infatti, non è un lusso: è salute, disciplina, prevenzione, è il modo più efficace per tenere i ragazzi lontani da contesti difficili, un obiettivo che alle nostre latitudini dovrebbe essere una priorità assoluta, non un dettaglio trascurabile.
E allora la domanda è semplice: l’amministrazione comunale intende finalmente rivedere e ridurre le tariffe, portandole in linea con quelle degli altri Comuni, oppure continuerà a gravare sulle spalle di chi cerca di dare ai nostri giovani una prospettiva diversa?
Siderno merita una politica che promuova lo sport, non che lo ostacoli.
Perché quando si scoraggia lo sport, si rinuncia al futuro della città.
#SIDERNO2030

