Era diventato il capo ultras della Juve e aveva in mano, grazie nella gestione in nero dei biglietti, un grossissimo giro d’affari. Tra le persone coinvolte oggi nell’operazione della Dia che ha condotto a più di 30 arresti tra Sicilia e Calabria c’è anche Andrea Puntorno. Il capo ultras, arrestato oggi nell’operazione Kerkent, già nel 2018 in un’intervista andata in onda su Report aveva raccontato davanti alle telecamere che il suo giro d’affari della vendita in nero dei biglietti gli fruttava bene. E i soldi guadagnati con il mercato nero Puntorno li aveva investiti in case e un’attività commerciale. A vendere biglietti per lo stadio non e’ certo un reato“, aveva detto alle telecamere di Report- “Lo sapete i biglietti da dove arrivano, dalla societa’: e’ stato sempre cosi‘”. Puntorno era già stato arrestato e a raccontare tutti i dettagli del bagarinaggio era stata la moglie Patrizia Fiorillo. Durante l’indagine erano emerse connessioni con le indagini sul calcio infiltrato e sul suicidio di Raffaello Bucci, ultrà informatore dei servizi. Successivi indagini hanno consentito di appurare che Puntorno fosse anche vicino agli ambienti di ‘ndrangheta. Secondo gli investigatori  Puntorno tornato ad Agrigento avrebbe continuato a svolgere attività collegate alla mafia, in particolare al fianco del boss Antonio Massimimo. Stamane Puntorno è stato arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, traffico di stupefacenti e detenzione di armi.