Riparte il concorso riservato, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di nuovi docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno: dopo il via libera, seppure con limitazioni, da parte del governo con l’ultimo Dpcm, oggi il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un avviso nel quale annuncia che le prove ancora non ancora espletate – nelle ultime quattro giornate già programmate – si svolgeranno, per effetto di quanto previsto dal D.P.C.M del 14 gennaio 2021, secondo il calendario che sarà pubblicato in giornata sul sito dello stesso dicastero.

Marcello Pacifico ricorda che “il concorso straordinario non è affatto risolutivo, oltre che viziato da una serie di esclusioni illegittime che abbiamo combattuto in tutte le sedi possibili: occorre anche introdurre corsi abilitanti periodici, senza numero chiuso, e la riapertura annuale delle GaE. Oltre che trasformare i concorsi straordinari in non selettivi, così da permettere a tutti i precari di parteciparvi, prevedendone stavolta uno anche per la scuola dell’infanzia e primaria, per gli insegnanti di religione cattolica e per gli educatori”.
Viene riattivato il concorso per docenti delle scuole medie e superiori. L’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati, sarà comunicato dagli USR responsabili della procedura almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato nei rispettivi Albi e siti internet. I candidati che non riceveranno comunicazione di esclusione dalla procedura dovranno quindi presentarsi per sostenere la prova scritta, muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità, del codice fiscale, della ricevuta di versamento del contributo di segreteria e di quanto prescritto dal protocollo di sicurezza pubblicato sul sito del Ministero.
Come per coloro che le hanno già espletate, scrive oggi Orizzonte Scuola, i candidati svolgeranno una prova scritta dalla durata di 150 minuti, fermi restando gli eventuali tempi aggiuntivi di cui all’articolo 20 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Nel frattempo, sempre il ministero dell’Istruzione ha inviato alle commissioni le istruzioni alle commissioni delle prove già svolte per la correzione da remoto.
Anief ricorda che la selezione deve ancora esaminare in media, con la prova unica scritta, le competenze di un candidato su tre: si tratta di più di 20mila partecipanti su un totale di 64mila. Alla fine, la metà dei candidati verrà immessa in ruolo nell’arco di un triennio: l’amministrazione scolastica intende concludere le operazioni prima dell’estate ed immettere in ruolo i vincitori a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico. Inoltre, rimane sempre da risolvere il problema del mancato concorso per l’assunzione degli insegnanti di Religione Cattolica per coprire gli oltre 10 mila posti vacanti nel prossimo triennio come previsto dalla legge 159 del 2019: dopo l’intesa di dicembre tra Cei e ministero dell’Istruzione, atto preliminare per poter procedere con il bando vero e proprio, si è stabilito che il testo sulla selezione nazionale uscirà entro il 2021.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il concorso straordinario rimane viziato da esclusioni illegittime, contro le quali abbiamo e continuiamo a combattere legalmente. Vi sono poi dei problemi anche per i concorsi ordinari e ancora straordinari ancora da espletare. La verità è che tutto il sistema del reclutamento va revisionato, a partire dalla trasformazione in organico di diritto di decine di migliaia di posti oggi in quello di fatto, con la vergogna nazionale delle 80mila cattedre di sostegno bloccate perché in deroga: non è possibile che una maestra che vinse il concorso 20 anni fa è ancora precaria mentre abbiamo 250 mila posti che vanno a supplenza. Nel frattempo, i diplomati magistrale continuano pure loro a essere respinti”.
“Allo stesso modo – dice sempre Pacifico – continua ad essere aggirata la direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’UE sull’assorbimento nei ruoli di chi svolge 36 mesi su posto libero, con la conseguenza che crescono in modo esponenziale i ricorsi al giudice del lavoro per recuperare pure un indennizzo equo per il danno subito. I passaggi da normare, poi, sono quelli di introdurre corsi abilitanti periodici, senza numero chiuso, la riapertura annuale delle GaE, le assunzioni da graduatorie d’Istituto”.

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