Il satellite ERBS della NASA, non più operativo, è in caduta libera verso la Terra. Il veicolo spaziale dovrebbe essere quasi completamente distrutto nell’impatto con l’atmosfera, ma alcuni frammenti potrebbero comunque arrivare sulla Terra.

Il satellite ERBS in caduta libera

Nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 gennaio dovrebbero arrivare sulla Terra i frammenti del satellite scientifico della Nasa ERBS (Earth Radiation Budget Satellite), in orbita da quasi quarant’anni e non più attivo da poco meno di venti.

Per essere più precisi, l’impatto dovrebbe avvenire, intorno alle ore 04:49 del 9 gennaio (ore italiane), ma il margine di errore è calcolato in circa 13 ore.

Stando alle previsioni degli scienziati della NASA, le quasi due tonnellate e mezzo del satellite dovrebbero essere quasi totalmente distrutte al passaggio nell’atmosfera.

Nonostante ciò, alcuni detriti potrebbero raggiungere il suolo, ma il rischio di impatto con un essere umano, secondo i calcoli dell’agenzia spaziale USA, è “calcolato in 1 su 9400”.

Il satellite ERBS

Lanciato nel 1984 con lo shuttle Challenger, il satellite ERBS è stato il primo veicolo spaziale ad essere lanciato e dispiegato da una missione dello Space Shuttle.

Progettato per funzionare due anni (con un obiettivo massimo di tre), alla fine ERBS è rimasto in funzione intorno al nostro pianeta per 21 anni, raccogliendo dati su atmosfera e clima, misurando i livelli di ozono, vapore acqueo e aerosol.

A discapito di diversi guasti hardware minori, ERBS ha raccolto dati fino al 2005, quando dei guasti all’interno della batteria hanno portato alla sua disattivazione.

La caduta libera di ERBS

Dal 2005 quindi ERBS è diventato un “rottame”, uno degli innumerevoli detriti tecnologici che vagano nell’orbita terrestre una volta terminata la loro funzione.

E dopo quasi 115mila orbite compiute intorno alla Terra, ERBS entrerà in contatto con l’atmosfera e bruciare fino a disintegrarsi.

Un evento molto più comune di quanto si possa credere. Secondo gli esperti infatti, episodi simili si verificano ogni uno o due giorni, e si stima che nell’orbita bassa del nostro pianeta vaghino oltre 20 mila frammenti di resti delle missioni spaziali.

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