“In questo momento abbiamo un Paese che è spaccato in due: un’Italia più contagiata, quella economicamente che è stata più forte, e un’Italia con meno contagi, che economicamente è fragilissima”, inizia così l’intervento del Presidente Jole Santelli in collegamento su La7 durante il programma Non è L’Arena. La Regione Calabria è finita al centro del dibattito nazionale a causa del ricorso del Governo avanzato al Tar per impugnare l’ordinanza che prevedeva il servizio al tavolo (esclusivamente all’aperto) in bar e ristoranti che lavoravano d’asporto. “Noi viviamo di piccole e medie imprese. Ora viviamo una speranza, che è quella della riapertura. Bisogna aiutare queste persone o arriverà qualcun altro a dare loro i soldi, a prendersi ciò che amano. Purtroppo funziona così”, ha spiegato Santelli.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

La governatrice ha poi risposto alle critiche del Ministro Boccia, che aveva accusato la Calabria di fare pochi tamponi“Noi facciamo circa 1200 tamponi al giorno, il viceministro Sileri lo sa perché ho avuto spesso difficoltà nel recuperare i tamponi, devo dire che lui mi ha aiutato molto. Il ministro Boccia magari sulla parte sanitaria è un po’ meno al corrente della situazione. Perché va bene che mi manda i tamponi, devo avere pure i reagenti e devo avere laboratori di microbiologia. In Calabria facciamo 1200/1300 tamponi giornalieri, ma oltre questi ne abbiamo fatti 4000 per i rientri. Ne approfitto per ringraziare il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che mi ha aiutato prestandomi 2000 tamponi. Erano talmente tanti che non riuscivamo a processarli”.

Il giornalista Giletti prova a lanciare l’allarme sulla sanità calabrese, ma Santelli lo ferma subito: “Sileri potrà confermare che noi abbiamo raggiunto la media 24 tamponi per ogni positivo. Abbiamo fatto tutto come secondo le linee guida. La sanità calabrese è una tragedia, ma su questa parte del Coronavirus il viceministro ha visto che l’organizzazione funziona. Certo, c’è bisogno di molta buona volontà, ma abbiamo messo tutte le energie possibili. Siamo riusciti a tamponare bene il nemico. Ieri abbiamo avuto il report del Governo. I dati ci danno ragione! La Calabria ha un indice di contagio che è uguale a R 0.5, ovvero quello a cui arriverà l’Italia quando, si spera, potrà riaprire. In questi giorni al Nord hanno riaperto le fabbriche e le aziende manifatturiere, hanno fanno un test per calcolare il livello della linea dei contagi. In Calabria non abbiamo industrie, quindi non abbiamo potuto testare nulla. Con la mia ordinanza sarebbe stata una prova anche per noi, invece ci hanno costretto a fermarci nuovamente”. Queste dichiarazioni della governatrice calabrese sono state accompagnate e sostenute sia dal viceministro alla Sanità Sileri e sia dal virologo Bassetti, che spiega: “doveva riaprire prima, sbagliato seguire linea unica per tutt’Italia”. A dimostrazione che da questo pericoloso dibattito politico la Calabria e i suoi cittadini ne escono penalizzati, a differenza di altre Regioni che sono in Fase 2 da diverse settimane ma non hanno subito alcuna minaccia dal Governo.

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