R. e P.
Un oceano di fedeli si è riversato, domenica 11 Maggio 2025, presso il santuario diocesano di Nostra Signora dello Scoglio, in Santa Domenica di Placanica (RC), in occasione del 57° Anniversario della prima apparizione della Vergine Immacolata, avvenuta l’undici maggio 1968. Una intensa giornata di preghiera, vissuta, fin dalla vigilia, con la veglia notturna, in un clima di profonda spiritualità, dove tanto spazio è stato dato alla riconciliazione con il Signore, attraverso le confessioni. In effetti, erano interminabili le file presso i confessionali, nella due giorni di preghiera del 10 (anniversario della dedicazione del santuario alla Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio) e 11 maggio. Tra l’altro, al santuario giubilare è possibile pure guadagnare l’indulgenza plenaria, in questo anno giubilare. Il santo Rosario, le lodi al Signore con inni e canti, la preghiera composta e silenziosa nonostante l’immensa moltitudine di pellegrini, ha caratterizzato la giornata più speciale e importante dell’anno, a Santa Domenica di Placanica (RC), dove sorge l’opera fondata da Fratel Cosimo. Il culmine delle funzioni e celebrazioni si è registrato nel primo pomeriggio il cui programma si è aperto con la toccante testimonianza dell’esperienza mistica vissuta da Fratel Cosimo. L’umile uomo di Dio, dopo avere invitato tutti a rendere omaggio alla Madonna con un’Ave Maria, ha espresso: “Prima di rendervi partecipi della mia testimonianza sull’esperienza spirituale scaturita dall’incontro con la Madre del Signore, consentitemi di rivolgere un cordiale saluto a Sua Eccellenza Monsignor Francesco Oliva, vescovo della nostra Diocesi di Locri-Gerace, a Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che negli anni precedenti è stato anche lui vescovo della nostra Diocesi. Un saluto rivolgo ai sacerdoti, ai diaconi, e a tutti quanti voi carissimi fratelli e sorelle, popolo dello Scoglio e pellegrini di speranza, venuti in gran moltitudine da ogni parte d’Italia e dall’Estero. Oggi 11 maggio 2025 celebriamo il 57° anniversario in cui nell’ormai remoto 1968 la gloriosa Madre di Dio si degnò di visitare questa rude e impervia valle di S. Domenica di Placanica. Per questo grande dono d’amore che Dio ha voluto dare a questa povera terra di Calabria, vogliamo ancora una volta elevare il nostro ringraziamento al Signore, ed essere grati e riconoscenti verso Colei che tutte le generazioni chiameranno “Beata”. Ella, da questo Scoglio Benedetto, con la sua materna presenza ci ricorda ancora una volta che il suo Figlio Gesù Cristo non è cambiato, ma è lo stesso Gesù di ieri, lo è anche oggi, e lo sarà domani e per sempre. Nel mondo in cui viviamo, segnato da tanta confusione e disorientamento, e che purtroppo ha perduto la capacità di vedere le cose con chiarezza, Gesù è e rimane il Salvatore del mondo e la Luce che illumina ogni uomo e ogni donna. E anche se viviamo in un mondo confuso e disorientato, lacerato da guerre, discordie, conflitti e violenze, noi come cristiani siamo chiamati ad essere in questo mondo “testimoni di speranza”, poiché l’Anno Santo giubilare ci invita a sperare, e sperare non è un’illusione, poiché dice la Parola di Dio nella Lettera ai Romani cap. 5 v. 5: “La speranza non delude”. E nel contesto dell’Anno giubilare vogliamo tenere alta e accesa la fiaccola della nostra speranza, e ricorrere con fiducia alla misericordia del Signore, e chiedere di rafforzare la nostra fede, di ricolmare di speranza i nostri cuori e di ispirare ogni pensiero e ogni azione alla carità cristiana. Perciò oggi affidiamo con fiducia all’intercessione della S. Vergine Immacolata, che è la Madre della nostra speranza, tutto ciò che abbiamo portato nel nostro cuore: le vicende difficili, le preoccupazioni e le inquietudini; preghiamo per i popoli in guerra, Israele, Palestina, Ucraina, affinché si stabilisca la pace e regni in tutto il mondo. Tutto affidiamo al Cuore Immacolato della Vergine Maria. Il nostro Santuario dello Scoglio, per quelli che ancora non lo sanno, per volere del nostro vescovo è stato designato “Santuario giubilare”, per cui si può lucrare l’indulgenza plenaria seguendo le norme stabilite dalla chiesa. E adesso permettetemi di condividere con voi tutti per la gloria di Dio, e se può servire anche per l’edificazione della nostra fede, la mia umile testimonianza sull’esperienza spirituale scaturita da quell’incontro avuto con la Madre del Signore oltre mezzo secolo fa, in quell’ormai lontano 11 Maggio dell’anno 1968. Cerco di essere conciso. Dunque, la famiglia in cui sono nato e cresciuto era una famiglia di contadini, per cui anch’io come i miei genitori ho incominciato a lavorare la terra con i buoi e a pascolare il gregge. Ho frequentato la scuola fino alla seconda media, e poi ho dovuto lasciare per aiutare la mia famiglia nel lavoro dei campi. Tutto è successo in quell’indimenticabile giorno quando sul far della sera, dopo una lunga giornata di duro lavoro nei campi, mentre rientravo a casa, giunto in prossimità dello Scoglio, improvvisamente mi vidi abbagliato da una grande luce. Non sapendo cosa fosse successo cercavo di guardarmi intorno, e mentre lo facevo contemporaneamente ho avvertito come un impulso interiore di voltarmi verso lo Scoglio e vidi, proprio sulla sommità di esso, una giovane ragazza di una rara bellezza, in atteggiamento di preghiera. Ho avuto tanta paura e stavo per scappare perché mi venne in mente proprio in quel momento, quello che mi raccontava mia nonna d’inverno presso il focolare: mi diceva che nel mondo ci sono degli spiriti maligni che vanno in giro, e bisognava portare addosso qualcosa di benedetto per essere protetti. In quel preciso istante la giovane ragazza si mosse e mi fece segno con la mano di non scappare dicendomi: “Non avere paura, vengo dal paradiso, Io sono la Vergine Immacolata, la Madre del Figlio di Dio; sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare”. Io ho creduto a queste parole, anche se più di una volta venivo assalito dal dubbio, perché pensavo potesse essere stato un inganno del diavolo, ma posso affermare in fede che la mia esperienza spirituale alla giovane età di diciotto anni, ebbe proprio inizio da quell’incontro con la Santa Vergine. A partire da quel momento mi sono sentito come improvvisamente trasformato, la mia vita è cambiata in un istante, come se avessi ricevuto un cuore nuovo, una mente nuova e una visione nuova. Una nuova vita che non potevo nemmeno immaginare. Ora vivo la gioia di Dio, nonostante le sofferenze fisiche che da tanto tempo mi accompagnano. Tutto è incominciato ai piedi dell’umile Scoglio. Per me oggi l’esperienza più bella e salutare è quella di continuare a vivere in una nuova dimensione di vita spirituale. E’ così che ebbe inizio la mia vocazione cristiana: man mano che i giorni passavano, mi sentivo interiormente pervaso da uno spirito di carità, di amore, di misericordia e di compassione verso il prossimo, in particolare verso i malati e i sofferenti. Così spinto da questa forza interiore, senza nemmeno accorgermi, mi sono trovato a svolgere in favore del prossimo un continuo servizio di ascolto. L’esperienza che da più di mezzo secolo sto vivendo nell’incontro e nel rapporto con le persone di ogni ceto sociale, mi ha insegnato molte cose. Dal 1968 ad oggi penso di aver incontrato solo a colloquio privato milioni di persone e ascoltato storie tragiche di ogni genere, oltre che a malattie, dolori e sofferenze fisiche, spirituali e morali. Questo ministero di ascolto, nonostante sia abbastanza pesante, l’ho sempre fatto e continuerò a farlo con tanto amore e dedizione, fin quando Dio vorrà. Nel praticare il servizio di carità cristiana attraverso l’ascolto intuisco sempre di più che le persone di ogni categoria, gente comune, professionisti, persone di scienza, sentono un immenso bisogno di essere ascoltate, di confidarsi manifestandomi le loro pene, le loro ansie e i loro affanni, e il peso dei loro fardelli. Accolgo ogni confidenza e ogni loro oppressione, e assistito e sostenuto dalla grazia di Dio cerco di dare a tutti un indirizzo cristiano, una parola di conforto, di luce, di consolazione e di speranza, raccomandando tutto e tutti al Signore nella preghiera. Ascolto anche tanti sacerdoti e suore provenienti da diverse diocesi d’Italia e anche dall’estero, come pure vescovi. Il compito affidatomi dalla Santa Vergine consiste non solo nella testimonianza evangelica ma anche nella realizzazione di questa grande opera che la Madonna ha voluto, e che a me sta tanto a cuore portarla a compimento. La Santa Vergine ebbe a dire: “Qui desidero un grande centro di spiritualità dove le anime troveranno pace e ristoro”. In tutti questi anni mi sono totalmente prodigato dando l’anima e la vita nell’impegno, riguardo la costruzione strutturale dell’opera. Certo non è stato facile per me affrontare enormi sacrifici, difficoltà, persecuzioni, dure prove, ma sostenuto sempre dalla grazia del Signore e incoraggiato dalle parole della Santa Vergine non mi sono mai avvilito. Ella mi disse: “Non ti mancheranno tribolazioni e sofferenze, non ti scoraggiare io sarò con te e ti sosterrò con la mia mano”. Con la forza di queste parole, senza sgomentarmi, ho affrontato gli ostacoli, le difficoltà e le prove. Miei cari, ringrazio ancora una volta il Signore per aver trasformato la mia vita, attraverso l’intervento della Santa Vergine, da un rozzo contadino quale ero, in un operaio della sua vigna. E dopo che il Signore mi ha dato una vita totalmente nuova, ora posso ripetere con San Paolo: “Le cose vecchie sono passate, ecco che ne sono nate di nuove”. A Dio sia tutta la gloria. Ed ora, nel concludere amici cari dello Scoglio, voglio comunicarvi una bella e lieta notizia: Nella gioia della elezione del Santo Padre Leone XIV, con il consenso del nostro Vescovo Francesco, piacendo al Signore, si inizierà alquanto prima la costruzione del nuovo Santuario. Il Santuario sorgerà in fondo alla spianata dello Scoglio, proprio dove è stata inalberata la Croce. E vi ricordo ancora una volta che il Santuario sarà degno della Madonna e di tutti voi suoi devoti. Siete contenti?… Spero che lo sarete anche nel dare il vostro contributo, affinché con l’aiuto della Santa Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, possiamo avere la gioia di vederlo presto realizzato. La Parola del Signore nella seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi dice: “Il Signore benedice un donatore allegro, cioè, chi dona con gioia”. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo!” Subito dopo la testimonianza del mistico placanichese, è stata effettuata la processione d’ingresso con la statua della Madonna dello Scoglio ed è stata celebrata la Santa Messa. A presiedere la solenne concelebrazione, il vescovo della diocesi di Locri Gerace, che durante l’omelia, ha detto:
“Dell’amore del Signore è piena la terra (Sal 32,5-6)”. Lo è anche questo luogo benedetto dal dono della misericordia e del perdono offerto a coloro che vengono qui con i loro carichi di sofferenza, di delusione e persino con i loro fallimenti, per implorare guarigione e salvezza. Lo Scoglio è un luogo di grazia che Dio ha voluto affidare alla protezione della beata Vergine Maria. Lo è stato di fatto per lungo tempo e lo è oggi con il nulla osta della Santa sede. Con decreto del 5 luglio 2024 del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvato personalmente da papa Francesco, ha ricevuto l’approvazione della Chiesa, che ha riconosciuto il valore spirituale e pastorale dell’esperienza mariana dello Scoglio. Si è riconosciuto nell’esperienza mariana dello Scoglio la presenza di tanti frutti spirituali, di segni di grazia e di conversione, che ci sono stati e che ancora si verificano. A vivere l’esperienza mariana dello Scoglio è stato fratel Cosimo, che da giovane ha saputo accogliere la l’azione dello Spirito nella povertà della sua vita. Possiamo ben dire che laddove c’è povertà e umiltà, laddove il silenzio regge al chiasso ed ai rumori dei nostri tempi, Dio ama manifestarsi. La storia la conosciamo. E la narrazione fatta da Fratel Cosimo vale come testimonianza di fede mariana per tutti noi che in questo luogo continueremo a vedere la presenza e l’azione dello Spirito Santo. Dalla testimonianza di Fratel Cosimo abbiamo compreso quanto essa valga anche per noi, conserva una grande attualità, ma esige la nostra collaborazione: “Non aver paura, vengo dal Paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la Madre del figlio di Dio; sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare”. Cosimo era alla ricerca della sua vocazione e della volontà di Dio, quando chiede aiuto alla Madonna: “Vergine Santa, ditemi cosa volete che io faccia? La risposta fu l’affidamento di una missione:“Ti chiedo il favore di trasformare questa valle; qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e ristoro. In questo luogo Dio vuole aprire una finestra verso il cielo; qui per la mia mediazione vuole manifestare la sua misericordia”. È una missione alla quale fratel Cosimo consacrerà la sua vita e che guarda a un mondo, che non si chiude alle realtà del cielo. Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando considera “Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare meraviglia con il suo modo insolito di parlare e di agire. E così, quando la sua presenza diventerà fastidiosa per le istanze di onestà e le esigenze morali che richiama, questo “mondo” non esiterà a respingerlo e a eliminarlo”. Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando considera la fede cristiana fuori dai suoi interessi, “una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; un mondo in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando in esso “non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito”. Il nostro mondo si chiude alle realtà del cielo, quando “Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo”, finendo così col vivere un ateismo di fatto. Lo afferma papa Leone XIV, nella sua prima omelia durante la messa celebrata con i cardinali dopo la sua elezione. Il mondo oggi sembra aver perso il desiderio di una vita nuova, sembra non credere più nelle possibilità di una pace vera. Ha grandemente bisogno di rinnovamento e di una profonda conversione interiore. È quello che chiediamo al Signore. È quello che fratel Cosimo ha avvertito nel suo cuore nell’incontro con Maria: “Se gli uomini si convertiranno, si pentiranno dei loro peccati, si confesseranno, si avvicineranno a Dio e lo ameranno con tutto il cuore, Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà nella sua casa….” Il mondo che si apre allo sguardo di Maria accetta la consegna più importante da Lei fatta a Fratel Cosimo: “Ecco il mio rosario, esso sia la tua preghiera quotidiana, offrilo al mio cuore immacolato per la conversione del mondo, il trionfo del regno di Dio, la pace delle nazioni e la salvezza dell’umanità. Non si tratta di una missione da nulla. Essa coinvolge l’esistenza di Fratel Cosimo, ma anche la nostra e di quanti sono fedeli devoti dello Scoglio. Anche qui allo Scoglio, tenendo presente la Parola che abbiamo ascoltato, possiamo imparare ad ascoltare la voce del pastore, ad amarlo ed a seguirlo. Qui ci sentiamo popolo di un Dio che ci ama e ci chiama alla conversione. Rispettando i nostri ritmi e accogliendoci sempre nel suo grande abbraccio ricco di misericordia e benevolenza. Qui ci sentiamo nelle mani del Figlio e nelle mani del Padre. Il brano del vangelo di Giovanni che ci è stato proposto si concentra sull’immagine delle mani: “Nessuno le strapperà dalla mia mano”; “Nessuno può strapparle dalla mano del Padre”; “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Essere nelle mani di Cristo significa essere al sicuro, sotto la custodia di un amore che salva. Noi ci affidiamo a Lui, che per primo si è affidato al Padre e si è donato a noi. È un amore che circola, che ci coinvolge, che ci abbraccia: il Figlio è nelle mani del Padre, e noi siamo nelle mani del Figlio. E in queste mani, nulla va perduto. Credi tu questo? Da questo nasce una speranza nuova: la fede alimenta la speranza. Qui allo Scoglio possiamo vivere un’esperienza di fede che ci insegna a guardare Maria più da vicino, ad avvertirne la presenza e accogliere il suo incoraggiamento, a seguire suo Figlio. Anche quando le prove e le difficoltà rendono più difficile il cammino. È questa la missione affidata a Fratel Cosimo: una missione che coinvolge non solo la sua esistenza, ma anche la nostra. La sua opera mariana ha bisogno della nostra collaborazione. Con lui sogniamo che questo luogo con l’edificazione del santuario, secondo il progetto da tempo presentato, sia per tutti un’oasi di pace, di riconciliazione e di preghiera. Un centro di irradiazione del Vangelo aperto a tutti, particolarmente a coloro che si sono allontanati dalla pratica religiosa. Qui può accadere quanto raccontato nella I lettura tratta dagli Atti degli Apostoli: “Il sabato quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore”. Qui i fedeli possono venire numerosi, ascoltare e nutrirsi della Parola del Signore. Quella Parola, spesso rifiutata, come si legge negli Atti degli Apostoli, ma che se accolta diviene “pietra angolare”, lampada sui nostri passi, capace di rischiarare le tenebre dell’esistenza e della storia. Senza questa Parola, la vita inaridisce, resta nell’oscurità. Con Maria, Vergine Immacolata nostra Signora dello Scoglio, donna dell’ascolto, impariamo ad ascoltare e a custodire la Parola di Dio.” Il pastore della diocesi di Locri gerace, ha quindi concluso, con una preghiera da lui composta in onore della Madonna dello Scoglio, che di seguito riportiamo:
Maria, nostra Signora dello Scoglio,
sempre attratti dal tuo materno volto,
a te ci rivolgiamo con affetto di figli,
Tu sei nostra madre
senza di Te non possiamo vivere,
la paura ci prende e l’ansia ci opprime.
Con Te restiamo uniti a Gesù,
a quel Figlio che hai tanto amato.
Con Te ritroviamo la forza di rialzarci,
di affrontare delusioni, sconfitte e fallimenti.
Con Te ritroviamo energie nuove per andare avanti
riconosciamo che la vita è dono dell’amore del Padre.
Accetta il nostro poco e la sincera confessione di volerti amare.
Aiutaci a trasmettere a tutti la gioia del Vangelo.
A te ci affidiamo, perché sei nostra madre
profondamente immersa nella nostra storia, partecipe del Mistero di amore della Trinità rendici capaci di affrontare la vita col coraggio della fede. Amen!