Guidati dal presidente della Pro Loco, Antonio Pizzata, e dal dottor Francesco Murdaca, una delegazione ha incontrato la Commissione straordinaria che amministra il Comune. «La festa deve rimanere a San Luca – hanno dichiarato –. È parte della nostra storia e identità. Se non si può fare qui per motivi di sicurezza, preferiamo che venga annullata. A Locri non ci andremo».
Il commissario straordinario Antonio Reppucci ha motivato il trasferimento con l’inagibilità dello stadio di San Luca e la pericolosità delle strade verso Polsi, tanto da richiedere un’ordinanza di chiusura. Una scelta che, pur legata alla sicurezza, ha alimentato timori per lo snaturamento di una tradizione radicata da secoli.
Alla riunione erano presenti anche il superiore del Santuario, don Tonino Saraco, e il parroco di San Luca, don Gianluca Longo. Nessuno dei due ha potuto fornire soluzioni immediate, ma don Tonino ha ricordato che sono già previsti fondi PNRR per mettere in sicurezza la chiesa di Polsi.
Alcuni cittadini hanno sollevato il tema di un presunto accanimento verso la comunità, citando anche lo scioglimento del Comune, il fallimento della squadra di calcio e la gestione della Fondazione Alvaro. «Non siamo stati interpellati. Che cosa dobbiamo pensare e che cos’altro dobbiamo aspettarci?», ha chiesto il dottor Antonio Ficara.
La maggioranza dei presenti ha ribadito il rifiuto di qualunque sede alternativa a San Luca, mentre sui social emergono voci meno rigide. Alcuni fedeli, ispirati dal vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva, sottolineano che la Madonna «tornerà nella pace dell’Aspromonte» e invitano a non trasformare la ricorrenza in uno scontro di campanile.
C’è chi ricorda che Maria è «pellegrina e compagna di viaggio» e che la fede può essere vissuta ovunque. Il “Gruppo giovani di San Luca” ha scritto: «Insegnaci, o Maria, che non sei strumento di divisione ma Madre di tutti, e che tu sia venerata ogni giorno, ovunque tu sia».
Per ora, la Curia non ha annunciato cambiamenti. La comunità resta divisa: tra chi chiede di difendere la tradizione a ogni costo e chi, invece, invita a non perdere di vista il senso profondo della festa
Telemia