LOCRI La «chiusura» dell’ospedale di Locri avverrà «per consunzione». E i disagi a cui sono sottoposti i pazienti e i cittadini sono sufficienti «per produrre l’ennesima denuncia per interruzione di pubblico servizio e abbandono di persone incapaci a badare a se stesse». La nota firmata da Nicola Simone, segretario territoriale della Uil, è diretta al direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, cioè al commissario Massimo Scura. E ritorna su ferite mai rimarginate, come «la persistente chiusura di un servizio strategico ed essenziale quale quello di Radiologia di Locri».
Il sindacato ha sollevato più volte il problema, che si incrocia con quello più vasto della gestione della sanità nel territorio. E pone dieci domande, inoltrate anche al procuratore della Repubblica di Locri e al prefetto di Reggio Calabria (e anche alla commissione d’accesso all’Asp di Reggio Calabria). Dieci domande che servirebbero a rimettere ordine a una serie di questioni che affliggono la sanità della Locride da mesi. Per cominciare, la Uil si chiede quanti medici radiologi «prestano complessivamente servizio presso l’Asp», «dove sono singolarmente allocati», «dove risulta essere stata destinata la dirigente medico radiologo A. S., assunta tramite delibera numero 883 del 24 luglio 2018» e «chi ha la responsabilità di tale eventuale incongrua utilizzazione». Simone denuncia la potenziale deregulation nelle assunzioni e nella gestione del reparto. E si chiede «quali sono stati i radiologi che non si sono resi disponibili alla copertura del turno per come evidenziato nella disposizione di servizio emanata dalla direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Locri» e «quali provvedimenti sono stati assunti nei confronti di detti radiologi». Il riferimento è proprio all’episodio che ha generato la chiusura del reparto, in seguito al quale i pazienti sono stati trasferiti in altre strutture sanitarie. Proprio a questo riguardo, la Uil chiede «a quanto ammonta, a seguito della chiusura della radiologia di Locri, la spesa per l’utilizzo dei mezzi di soccorso impiegati quali navette da e per Polistena o Reggio» e «in capo a chi risultano le responsabilità per aver messo a rischio la vita e la salute dei cittadini, sguarnendo il territorio locrideo delle ambulanze necessarie per fronteggiare le urgenze emergenze per cui sono state previste». Simone vuole sapere, inoltre, «quanto è costato all’Asp l’utilizzo delle ambulanze private per garantire questa inefficienza» e «quali provvedimenti intenderà assumere (Scura, ndr) in merito a quanto rappresentato e denunciato». La richiesta finale è per la Procura, affinché verifichi «se esistono i presupposti di eventuali reati penali».

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