Si è assunto tutta la responsabilità il Premier Giuseppe Conte, ha difeso il Ministro Roberto Speranza chiedendo scusa ai calabresi per le ultime tristi vicende relative al discorso sanità, ma ora sembra non riuscire più a venirne fuori. In poche settimane il Governo ha collezionato soltanto una serie di figuracce, a discapito di 2 milioni di cittadini che ancora oggi chiedono risposte concrete. Prima il disastro del generale Cotticelli, poi le clamorose gaffe di Zuccatelli, infine anche il rifiuto del manager sanitario Gaudio. Adesso sbagliare non è più possibile, ci sono a disposizione una serie di nomi, ma la nomina del prossimo commissario alla sanità sarà tutt’altro che facile. E il tempo ha disposizione non è molto. Anzi, a dir la verità, il limite è già stato superato. Il presidente del Consiglio si è visto rifilare altri due “no” in pochissime ore: a chiudergli la porta in faccia sarebbero stati sia l’ex prefetto Francesco Paolo Tronca (un passato nella gestione commissariale del Comune di Roma dopo la decadenza del sindaco Ignazio Marino) sia Federico Maurizio D’Andrea (ex ufficiale della Guardia di finanza e investigatore di Mani Pulite).
Come riporta La Stampa, Tronca avrebbe avuto un incontro a pranzo con il viceministro Sileri, ma poi avrebbe declinato l’invito direttamente a Conte. Era visto come un uomo delle istituzioni, in grado di adottare il pugno duro quando necessario e allo stesso tempo di ricorrere alla sua notevole capacità di mediazione. D’Andrea invece era il profilo capace di mettere d’accordo tutti, ma aveva espresso più di qualche perplessità sui tempi dell’incarico. Stando al Decreto Calabria bis, il supercommissariamento della sanità dovrebbe avere un limite temporale di due anni, da prorogare eventualmente solo di altri 12 mesi. Questi paletti avrebbero frenato trattative che parevano essere abbastanza avanzate e adesso il Governo si trova in mano una difficile gatta da pelare, una sitazione problematica che però deve essere risolta al più presto.
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